In cima alla lista quello azzurro, ricco di Omega 3

Tra quelli invece da bandire il pesce spada e il tonno, “contaminati” dal mercurio

Il pesce è uno di quegli alimenti che non dovrebbero mancare mai sulla tavola perché i benefici sono veramente tanti. I nutrizionisti sono tutti d’accordo sul fatto che andrebbe consumato almeno 2-3 volte alla settimana e che è molto più salutare della carne. Ma come comportarsi in gravidanza? Quali tipi di pesce si possono mangiare e quali invece andrebbero evitati?

Vediamo innanzitutto quali sono gli effetti positivi del pesce sulla salute. In primo luogo, protegge il cuore. Il consumo regolare infatti riduce il rischio di ictus e infarto, diminuisce il livello dei trigliceridi e abbassa la pressione sanguigna. Merito degli acidi grassi Omega 3, vere fonti di benessere.

Cibi molto ricchi di Omega 3 andrebbero consumati regolarmente in gravidanza: è stato dimostrato che favoriscono lo sviluppo del cervello e dell’apparato visivo dei bambini. In particolare, questo effetto è dovuto all’acido docosaesaenoico o DHA, contenuto in gran quantità nel pesce.

Mangiare pesce ha poi effetti positivi sulla memoria, sulle capacità di apprendimento e anche sull’umore. Sempre grazie agli Omega 3. È facile dunque capire che tra i pesci che vanno prediletti in gravidanza ci sono quelli che contengono alti livelli di acidi grassi. Gli altri componenti importanti del pesce sono proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali.

Quale pesce dunque scegliere in gravidanza? Via libera certamente a quello azzurro, che è quello più ricco in assoluto di Omega 3. Sarde, sgombri, palamito, aringhe, acciughe, spatola sono tra i più comuni.

Una raccomandazione: vanno consumati sempre ben cotti perché potrebbero contenere un parassita, l’anisakis, responsabile di disturbi anche importanti. L’anisakis però muore alle alte temperature, quindi basterà cuocere bene il pesce per non andare incontro a guai. Occhio quindi alle alici marinate: meglio lasciar stare in gravidanza perché sono crude.

Sì anche al pesce bianco, come ad esempio il merluzzo (che non fa parte della famiglia del pesce azzurro, come molti credono), le sogliole, la platessa, il nasello, le orate, le spigole. Nessuna controindicazione neppure per trota, salmone (pure ricco di grassi “buoni”), calamari, polpi, seppie e alcuni crostacei, come gamberi e gamberoni. Se sono cotti il problema non sussiste.

Va da sé dunque che il sushi non è esattamente indicato in gravidanza. Non tanto per il rischio toxoplasmosi che – è utile ripeterlo – non c’entra nulla col pesce, quanto per la salmonella, l’anisakys, la listeria, l’epatite A e altri agenti patogeni che, soprattutto in un periodo delicato come la gravidanza, possono essere nocivi. Se proprio non si può rinunciare al cibo giapponese per eccellenza, è meglio scegliere solo prodotti cotti.

Tra gli altri pesci che sono sconsigliati ci sono quelli molto grandi, come tonno e pesce spada. Il motivo è che hanno molto mercurio, sostanza che non fa bene all’organismo. Per lo stesso motivo, i bambini molto piccoli non dovrebbero consumarli. Il tonno in scatola può essere mangiato in gravidanza, anche se con moderazione: l’olio lo rende un cibo piuttosto grasso.

Veniamo invece ad un capitolo abbastanza controverso: i frutti di mare. Di sicuro c’è che la donna in gravidanza deve assolutamente evitare di mangiarli crudi. Ma oltre a questa raccomandazione molto importante, i ginecologi seguono due scuole di pensiero diverse: c’è chi consente di consumarli e chi al contrario li mette nelle lista dei cibi “banditi”. Sempre meglio fidarsi di ciò che consiglia lo specialista.

È fondamentale comprare sempre pesce fresco e di provenienza sicura. In alternativa, va bene anche quello surgelato, che però è meno ricco di sostanze nutritive benefiche. Il pesce va conservato in frigorifero e consumato al massimo entro un paio di giorni dopo l’acquisto. Per non disperdere troppo le sostanze nutritive, i metodi di cottura devono essere semplici: vapore, griglia, forno sono certamente i più salutari, mentre la frittura andrebbe limitata perché apporta troppi grassi.