Iniziativa dell’Istituto superiore di sanità contro le malformazioni fetali

Tra le regole l’assunzione di acido folico, vitamina B12 e iodio

Chi aspetta un bambino lo sa: la corretta alimentazione in gravidanza è un aspetto non solo di salute, ma anche di amore nei confronti del nascituro. Sì perché quello che si mangia e si beve ha delle conseguenze sul feto, sia positive che negative. E non è quindi consentito portare in tavola la prima cosa che capita, ma cercare di alimentarsi in modo sano è un obbligo. 

Il dibattito è talmente importante da aver portato il mondo della medicina europeo a stilare delle raccomandazioni per la prevenzione primaria delle malformazioni congenite. Anche esperti italiani vi hanno preso parte. L’obiettivo era quello di mettere nero su bianco quelli che sono i fattori protettivi e quelli di rischio associati ad alimentazione, stili di vita e ambiente.

Da qui è nato poi il Decalogo nutrizione e sicurezza alimentare in gravidanza, redatto dall’Istituto superiore di sanità. Sono 10 semplici regole per evitare l’esposizione ad agenti o a cibi potenzialmente pericolosi per il nascituro. 

Incidenza delle malformazioni genetiche

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il 3% dei neonati viene al mondo con una malformazione congenita. In Italia, sono 25.000. Ne esistono molti tipi, con gradi di severità differenti. I difetti congeniti attualmente sono responsabili di circa il 25% dei casi di bimbi che nascono senza vita e del 45% della mortalità perinatale. Rappresentano nel mondo occidentale la più importante causa di morte nel primo anno d’età.

Le cause sono diverse. Alla base c’è un difetto del Dna, ma ci sono dei fattori di rischio specifici: 

  • alcune sostanze come il metilmercurio nel pesce.
  • Carenza di folati.
  • Toxoplasmosi.
  • Obesità.
  • Insufficienza di iodio.
  • Fumo.
  • Interferenti endocrini nelle produzioni agroalimentari o industriali.

Questi ultimi sono sostanze chimiche che possono alterare l’equilibrio ormonale degli essere viventi che ne vengono in contatto. È importante prestarvi attenzione già nel periodo del concepimento.

Ecco i 10 punti del decalogo dell’Iss: 

1. Controlla peso e glicemia

2. Una dieta ricca di folati e la supplementazione con acido folico.

3. La vitamina B12 è indispensabile per utilizzare al meglio acido folico e folati. 

4. Lo iodio è indispensabile per la crescita del bambino e per lo sviluppo del cervello.

5. Supplementi, integratori, alimenti salutistici: solo se c’è una carenza specifica. 

6. Previeni la toxoplasmosi.

7. Evita vino e alcolici in gravidanza.

8. Consuma il pesce in modo intelligente (raccomandazioni EFSA).

9. Attenzione in cucina: cottura e contenitori.

10. Riduci il consumo di bevande contenenti caffeina.

Alimentazione in gravidanza: peso e glicemia

Diabete ed obesità sono in continuo aumento in tutto il mondo e sono tipici del mondo occidentale. Sono però due fattori che condizionano in modo molto negativo la salute del bambino nel grembo materno. Ad esempio, chi ha la sindrome metabolica deve tenerla sotto controllo, anche con specifici integratori di inositolo. 

È dunque giusto tenere sotto controllo il peso, mettendo in pratica tutte le buone regole in tal senso. Giusta alimentazione, attività fisica, vita sana. Va ricordato che anche essere sottopeso non va bene perché le riserve di grasso sono utili allo sviluppo del feto. 

Secondo gli esperti che hanno stilato il decalogo bisogna: 

  • seguire i dettami della dieta mediterranea.
  • Rispettare i nutrienti nel cibo.
  • Mangiare con sobrietà e convivialità, in modo adatto alla propria corporatura, all’attività fisica svolta e all’età.

Il secondo punto è direttamente collegato ai metodi di cottura. Le vitamine, in particolare quelle del gruppo B, quando vengono lessate perdono circa l’80% del loro valore nutritivo. È quindi più corretto cucinarle al vapore.

Alimentazione in gravidanza: l’acido folico

In Italia, per la prevenzione dei difetti congeniti, esiste un Network Promozione Acido Folico, coordinato dal Centro nazionale malattie rare dell’Iss. La raccomandazione cita così: “Si raccomanda che le donne che programmano una gravidanza, o che non ne escludono attivamente la possibilità, assumano regolarmente almeno 0,4 mg al giorno di acido folico per ridurre il rischio di difetti  congeniti”. 

L’assunzione di acido folico è fondamentale soprattutto contro i difetti del tubo neurale. Va iniziata almeno un mese prima del concepimento e continuata per tutto il primo trimestre di gestazione. In questo modo, il rischio di difetti del tubo neurale si abbassa del 50-70%. Sembra inoltre che si riduca anche del 10-20% il pericolo di altri problemi, come le cardiopatie congenite e la labio-palatoschisi.

Oltre alla supplementazione per bocca (i migliori integratori di acido folico sono a base di Quatrefolic, il folato di nuovissima generazione che viene interamente assorbito dall’organismo), è necessario consumare molta frutta e verdura. Consigliati sono arance, mandarini, mandaranci, succhi freschi di agrumi, spinaci, carciofi, indivia, bieta, broccoli, cavoli.

Alimentazione in gravidanza: la vitamina B12

La vitamina B12 è importantissima perché, senza di essa, i folati non vengono assimilati e, soprattutto, non vengono utilizzati in modo corretto per la regolazione della sintesi del Dna. La vitamina B12 si trova quasi esclusivamente in alimenti di origine animale: pesce, carne, latticini e uova. È facile quindi capire che chi segue un regime alimentare vegetariano o ancor più vegano può andare incontro ad un deficit di questa vitamina. 

Chi sceglie queste diete non deve rinunciarvi in gravidanza, ma certamente deve tenere sotto controllo la quantità di vitamina B12. Se è scarsa, si devono assumere supplementi o alimenti fortificati, come il latte di soia. Attenzione ad eventuali disturbi allo stomaco, come le gastriti: la vitamina B12 viene metabolizzata solo dalla mucosa gastrica. 

Alimentazione in gravidanza: lo iodio

Il 10% della popolazione italiana ha ancora problemi collegati alla carenza di iodio. Quando ciò avviene, la tiroide funziona meno del dovuto. Se questo accade in gravidanza può essere rischioso perché la tiroide funziona sia per la mamma che per il metabolismo fetale. Una carenza di iodio può dunque avere conseguenze negative sullo sviluppo del sistema nervoso e sulla crescita fetale.

Cosa fare dunque? Usare poco sale e iodato e consumare cibi ricchi di iodio. Tra questi ci sono pesci (di mare), crostacei, uova, carne, latte, creali, verdure, legumi.

Alimentazione in gravidanza e integratori 

Gli esperti lo mettono al primo punto: no alle diete fai da te perché si rischia solo di fare danno. Ma anche gli eccessi vanno evitati: se non c’è un deficit accertato di qualche sostanza, non si deve intervenire. Gli integratori o i supplementi vanno presi solo se e quando serve e su indicazione del medico. Un’indicazione valida sempre, non solo in gravidanza. 

Un esempio di vitamina di cui bisogna evitare l’eccesso è la A. Ad alte dosi può comportare problemi di vario genere. Sono quindi controindicati i supplementi che la contengono. È inoltre sconsigliato il consumo frequente o abituale di fegato per le donne incinte. È molto ricco di vitamina A preformata, diversa da quella dei vegetali. 

Alimentazione in gravidanza e toxoplasmosi

Se per la futura mamma l’infezione è praticamente innocua e passa quasi inosservata, per il feto le conseguenze possono essere gravi, in particolare nel primo trimestre. 

Le situazioni a rischio sono:

1- i vegetali crudi non lavati (potenzialmente contaminati con feci di animali

portatori);

2- la carne cruda, insaccati poco stagionati e carni affumicate;

3- il contatto (bocca, mano-bocca) con questi alimenti e con utensili e stoviglie non lavati usati per la preparazione.

Il contagio dal gatto è possibile, anche se difficile, in particolare modo con quelli randagi (ne abbiamo parlato QUI). 

Alimentazione in gravidanza e alcolici

In realtà, su questo punto le cose da dire non sono molte. In gravidanza l’alcol deve esser bandito. Sono noti gli effetti negativi sul feto, dallo sviluppo di malformazioni, al basso peso alla nascita, dal parto pretermine alla grave sindrome feto-alcolica. 

Ogni futura mamma deve ricordare che, al momento, non si conosce la soglia minima che garantisce di stare tranquille. Quindi, è opportuno rinunciare del tutto già da quando si decide di provare ad avere una gravidanza.

Alimentazione in gravidanza e consumo di pesce

Il pesce fa benissimo perché apporta iodio e Omega-3, grassi buoni che sono un toccasana per la salute. Bisogna però prestare comunque un po’ di attenzione perché i pesci possono accumulare nelle loro carni sostanze che non fanno bene. Un esempio per tutti è il metilmercurio.

Sono soprattutto i pesci grossi quelli in cui si accumulano queste sostanze, come il tonno o il pesce spada. Gli esperti però concordano nel dire che il consumo di pesce 3-4 volte alla settimana in gravidanza può avere effetti benefici sullo sviluppo del sistema nervoso del feto. Quindi è giù raccomandabile consumarlo, piuttosto che farne a meno per il rischio di ingerire metilmercurio.

È opportuno limitare a 1-2 porzioni alla settimana di pesci grossi come tonno, pesce spada, merluzzo grande e luccio. Per i bambini è sconsigliato anche il nasello.

Alimentazione i gravidanza e cura delle cucina

Alcune pratiche sbagliate possono portare alla contaminazione con sostanze tossiche dannose per il bambino. Ad esempio non si deve cuocere a lungo alimenti contenenti grassi (come le bistecche grigliate o la pizza “bruciacchiata”). Anche l’uso di contenitori di plastica può provocare il rilascio di sostanze interferenti endocrini. Alcuni additivi presenti possono comportare rischi per la gravidanza e per lo sviluppo riproduttivo del nascituro. 

Per conoscere questi rischi, ministero dell’Ambiente e Istituto superiore della sanità hanno stilato un Decalogo per il cittadino per riconoscere le possibili esposizioni nella vita quotidiana e i rischi connessi.

Alimentazione in gravidanza e caffeina 

Spesso le future mamma si chiedono se devono rinunciare o meno al caffè. Non, non è necessario, ma sicuramente il consumo va ridotto. Troppa caffeina può compromettere lo sviluppo fetale. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’assunzione di non più di 300 mg di caffeina al giorno. 

Oltre al caffè, vanno diminuite le quantità di bibite a base di cola (che oltretutto sono dolcissime) e gli energy drink, bevande energetiche.