Uno studio fa luce sull’aspetto importantissimo dell’apprendimento

La patologia altererebbe alcune funzioni cognitive dei piccoli

Arrivano nuove conferme sugli effetti negativi del diabete in gravidanza. Uno studio tutto italiano sottolinea come il diabete gestazionale o l’insulino-resistenza possono alterare le capacità di apprendimento dei bambini. Un buon motivo in più per conoscere meglio questa patologia, che riguarda molte future mamme. Vediamo di capirne di più.

Cos’è il diabete gestazionale 

Il diabete gestazionale è una forma particolare di diabete che si presenta in gravidanza, anche in chi non ha mai sofferto della malattia in precedenza. In Italia interessa il 6-7% delle donne incinte e, a livello mondiale, la frequenza varia tra il 3 e il 10%. 

Come nel classico diabete, quello gestazionale comporta un aumento della concentrazione di glucosio nel sangue per una scarsa produzione di insulina. Quest’ultima svolge il fondamentale compito di consentire all’organismo di utilizzare gli zuccheri. È facile dunque capire che bassi livelli di insulina comportano l’accumulo di glucosio (iperglicemia), che bene non fa. 

Fattori di rischio per il diabete gestazionale 

  • Età materna superiore ai 35 anni.
  • Sovrappeso e obesità.
  • Familiarità per diabete.
  • Diabete gestazionale in gravidanze precedenti.
  • Feti molto grandi (macrosomia) in gravidanze precedenti.
  • Presenza di zuccheri nelle urine.
  • Sindrome dell’ovaio policistico (di cui abbiamo parlato QUI).

Sintomi del diabete gestazionale 

Non sempre la malattia dà segno di sé e viene scoperta casualmente, effettuando controlli di routine in gravidanza, come la misurazione della glicemia o la curva da carico di glucosio. Altre volte, invece, ci sono sintomi specifici quali: 

  • aumento della sete o della fame.
  • Necessità di urinare spesso. 
  • Frequenti infezioni (ad esempio, cistiti).
  • Offuscamento della vista.
  • Dimagrimento. 

Rischi del diabete gestazionale 

In caso di diabete gestazionale viene più spesso praticato il cesareo, rispetto al parto naturale perché è più alto il rischio di emorragie post partum. Inoltre, la mamma può avere la pressione alta, la gestosi o un eccesso di liquido amniotico. Anche il bambino corre dei rischi: macrosomia, distocia della spalla, ipoglicemia, ittero, ipocalcemia, sindrome da distress respiratorio, malformazioni cardiache. 

Prevenzione del diabete gestazionale

Prevenire in senso stretto il diabete gestazionale non si può. Però ci sono alcune buone regole da seguire per cercare di evitarne l’insorgenza, soprattutto se ci sono specifici fattori di rischio. Innanzitutto, bisognerebbe eliminare dalla dieta gli alimenti che contengono zuccheri che vengono assorbiti rapidamente e sono responsabili del veloce rialzo dei valori glicemici: tra questi, bevande zuccherate, dolci, gelati.

Sono da preferire, invece, cibi integrali e ricchi di fibre come le verdure e gli ortaggi. Ad esempio, iniziare il pasto con un contorno di verdure aiuta a ridurre il senso di fame ed a contenere il successivo rialzo della glicemia. È inoltre buona norma fare pasti piccoli e frequenti durante il giorno, circa 5-6, in modo da evitare oscillazioni della glicemia. L’ideale poi è accoppiare alla dieta un po’ di movimento.

Nel caso in cui compaia diabete gestazionale la donna in gravidanza sarà seguita da un diabetologo, oltre che dal suo ginecologo. Potrebbe essere prescritta una dieta che riduca o elimini la quantità quotidiana di carboidrati e altri zuccheri e consigliato il controllo costante della glicemia. Potrebbe essere necessaria l’assunzione di insulina.

Il diabete gestazionale si può contrastare anche con l’aiuto di integratori di inositolo. Viene anche chiamato vitamina B7, anche se non si tratta di una vera e propria vitamina. È un composto di origine biologica che, a livello strutturale, è molto simile al glucosio, anche se chimicamente non è uno zucchero. L’inositolo è coinvolto in molti processi biologici, ad esempio nella comunicazione e nell’interazione tra cellule.

L’ultimo studio sul diabete gestazionale 

Il diabete altererebbe alcune funzioni cognitive dei bambini. Questo il risultato cui è giunto lo studio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS, pubblicato sulla rivista “Nature Communications”. La ricerca è stata diretta da Claudio Grassi dell’UCSC e finanziato dal Ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca e dal ministero della Salute.

Lavorando su topoline gravide con diabete gestazionale, i ricercatori hanno osservato che i cuccioli avevano ridotte capacità di apprendimento e memoria, come pure “nipoti” e “pronipoti”. Ciò significa che il diabete in gravidanza incide sulle capacità mentali di tre generazioni. Gli esperti hanno anche scoperto che la malattia altera il funzionamento di alcuni geni. Questa alterazione provoca la carenza nel cervello dei cuccioli di un fattore essenziale per sviluppo e funzionamento del cervello stesso, il fattore di crescita BDNF. Infatti, ripristinando concentrazioni adeguate di BDNF nel loro cervello, i topolini hanno recuperato le funzioni mentali deficitarie.

Inoltre, la condizione dei cuccioli può essere cancellata se gli animali fanno esercizio fisico e mentale, e mangiano bene. Ciò previene pure la trasmissione dei deficit di apprendimento e memoria alle generazioni successive.”Riteniamo che i risultati delle nostre ricerche abbiano rilevanti implicazioni cliniche – rilevano Grassi e il primo autore del lavoro, Salvatore Fusco -. Potrebbero aiutare nella diagnosi e cura dei disturbi cognitivi. La ricerca evidenzia la necessità di prestare la massima attenzione al diabete in gravidanza, per i potenziali danni che questa condizione può generare a carico delle capacità di apprendimento e memoria della prole”.