Un classico segnale è la pancia che resta gonfia molto a lungo

Talvolta il problema muscolare è associato ad altri disturbi

Una pancia che non torna alla normalità, ma rimane gonfia, come se si fosse ancora incinta. Subito dopo il parto è del tutto normale e non deve destare alcun sospetto. Ma dopo svariati mesi può far scattare un campanello d’allarme. E se fosse diastasi addominale? 

Questo disturbo è molto più frequente di ciò che si pensi. Solo che non è molto conosciuto tra le neo mamme, che semplicemente pensano che è solo “colpa” della gravidanza e che, prima o poi, la pancia tornerà ad essere quella di un tempo. Se si tratta di diastasi, il recupero potrebbe non essere così scontato. A volte basta la fisioterapia, fatta con dedizione e costanza, ma in altri casi l’intervento chirurgico è necessario. 

Cos’è la diastasi

La diastasi coinvolge i muscoli retti dell’addome, quelli che familiarmente si chiamano addominali. Sono due muscoli che hanno l’aspetto di fasce verticali che partono dalla gabbia toracica e arrivano al bacino. Queste due fasce sono molto ravvicinate e hanno un compito molto importante, cioè contenere i visceri addominali.

Inevitabilmente, la gravidanza comporta un aumento della pressione all’interno dell’addome, causata dall’utero in crescita. Questo processo fa sì che questi muscoli si separino verso l’esterno e dunque si allontanino dalla linea mediana (linea alba). Normalmente, questa situazione si risolve da sé entro 6-8 mesi dal parto. Se invece la separazione dura più a lungo e supera i 2,5 centimetri, si ha una diastasi patologica. 

Fattori di rischio per la diastasi

Alcune situazioni sembrano predisporre alla diastasi:

  • età superiore ai 35 anni.
  • Bambino dal peso elevato. 
  • Gravidanza gemellare.
  • Precedenti gravidanze. 

Prevenire la diastasi addominali non è semplice e non esistono delle buone regole da attuare per evitare la separazione dei muscoli addominali. Quest’ultima è un fenomeno tipico della gravidanza, ma che non sempre si risolve da sé. Prendersi cura dei propri muscoli, rinforzandoli già mentre si aspetta un bambino, può certamente essere utile. Un modo efficace e sicuro è costituito dall’assunzione regolare di integratori di collagene. È una sostanza che serve a preservare la salute di muscoli, ossa e articolazioni. Quello idrolizzato è il più moderno e garantisce una efficacia migliore e in poco tempo. 

Sintomi della diastasi

Il sintomo più evidente della diastasi dei muscoli retti addominali è la forma dell’addome. La donna che ne è colpita sembra essere ancora in dolce attesa, nonostante siano passati molti mesi dal parto. Psicologicamente non è una cosa semplice da accettare. La donna non si riconosce più e il suo corpo sembra non appartenerle come prima.

Oltre alla forma dell’addome, i sintomi più comuni della diastasi sono:

  • dolori alla schiena.
  • Instabilità del bacino.
  • Incontinenza urinaria.
  • Difficoltà digestive e/o respiratorie.
  • Dolore nel compiere alcuni movimenti come, ad esempio, allacciarsi le scarpe.

Spesso alla diastasi si associano anche ernie ombelicali, addominali, epigastriche.

Autovalutazione della diastasi

Per capire se si soffre di diastasi addominale, la prima cosa da fare è una autovalutazione. Bisogna sdraiarsi a pancia in su, con le ginocchia piegate e i piedi poggiati a terra. Quindi l’ideale è farlo sul pavimento. Una mano va posta sotto la testa e l’altra sull’addome a livello degli addominali. Premere leggermente le dita sugli addominali rilassati. 

Sollevare poi la testa e le spalle dal pavimento, come per effettuare i classici addominali che si fanno in palestra, contraendo quindi i muscoli dell’addome. Contemporaneamente, si devono muovere le dita cercando le pareti del muscolo. Contraendo i muscoli si dovrebbe notare una diminuzione dello spazio tra due retti, cioè tra le due parti del muscolo addominale. Se in questo spazio entrano 2-3 dita, probabilmente la diastasi c’è.

Diagnosi di diastasi

Il passo successivo all’autovalutazione è fare esami un po’ più approfonditi per avere una diagnosi certa. Possono essere eseguiti l’ecografia muscolo-tendinea della parete addominale, tac o risonanza magnetica.

Trattamenti per la diastasi

In caso di diastasi minime o asintomatiche è consigliabile rivolgersi a fisioterapisti esperti o a istruttori di ginnastica hipopressiva. Lo specialista potrebbe anche prescrivere l’uso di taping, fasce elastiche da applicare sull’addome che esercitano una sorta di massaggio costante sulla zona. 

Per problematiche di maggiore entità, l’unica via è l’intervento chirurgico di plicatura dei muscoli retti addominali, associato ad una addominoplastica, per eliminare, qualora fosse presente, la pelle in eccesso. In alcune regioni d’Italia è possibile sottoporsi a questo tipo di intervento in convenzione con il Servizio sanitario nazionale.