Fino a non molto tempo fa veniva fatta a tutte le donne che partorivano

Tra le indicazioni al taglio del perineo c’è la distocia della spalla

Fino a qualche anno fa veniva fatta a “tappeto” a tutte le donne che partorivano naturalmente. Poi, pian piano, diversi studi scientifici hanno dimostrato che questa pratica è necessaria solo in alcuni casi e che ricorrervi sempre non comporta alcun beneficio particolare alle partorienti. Parliamo di episiotomia, una tecnica che spaventa non poco chi deve partorire. Vediamo di capire di cosa si tratta.

Episiotomia: cos’è

L’episiotomia è un taglio che viene praticato nella zona del perineo (cioè tra vulva e ano) nell’ultima parte del parto, quindi a dilatazione avvenuta e in fase espulsiva. Lo scopo è quello di facilitare l’espulsione del bambino e, allo stesso tempo, di evitare lacerazioni gravi. In effetti, alcune di queste (cosiddette di terzo e quarto grado) possono essere molto profonde e talvolta anche più importanti di una episiotomia.

Le origini di questa tecnica sono antichissime e risalgono alla metà del Settecento. Negli anni Ottanta del secolo scorso era praticata a tutte le donne che partorivano in modo naturale. Oggi si tende ad utilizzarla sempre meno, anche se c’è da dire che, soprattutto in alcune zone del nostro Paese (in particolare al Sud), il ricorso ad episiotomia è ancora molto frequente.

Episiotomia e Organizzazione mondiale della sanità

Da sempre l’Oms presta una attenzione speciale alle mamme in gravidanza e al loro benessere dal concepimento al parto. E tra le linee guida della principale istituzione sanitaria a livello globale alcune riguardano l’episiotomia. L’Oms infatti raccomanda ai Paesi di tutto il mondo di limitarla quanto più possibile. Il “gold standard” sarebbe il 5-10% del numero complessivo di parti. Secondo le ultime rilevazioni (che però non sono recentissime), in Italia siamo ancora lontanissimi da queste percentuali.

L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda inoltre che alle donne a cui viene fatto il famigerato “taglietto” venga praticata sempre l’anestesia e inoltre che venga fatto firmare il consenso informato. Purtroppo capita ancora che si venga sottoposte ad episiotomia all’ultimo momento, durante la fase attiva del parto e senza chiedere il “permesso”, ma valutandola come un’azione necessaria. Il consiglio è quello di informarsi sempre nella struttura in cui si va a partorire anche sulla frequenza con cui si ricorre a questa procedura. Trattandosi di un intervento chirurgico (seppur minore) ogni donna ha il diritto di rifiutarlo.

Come si pratica l’episiotomia

Due sono le tecniche impiegate:

  1. Mediana: il taglio viene eseguito dall’ostetrica o – più raramente – dal ginecologo in verticale, cioè dall’apertura del canale vaginale all’ano. È un taglio più superficiale.
  2. Paramediana: il taglio viene fatto lateralmente, dalla vulva in direzione del gluteo destro. In questo caso, l’incisione è più profonda.

L’episiotomia in sé non è particolarmente dolorosa, sia per l’anestesia, sia per il fatto che i tessuti sono così tesi da non far percepire dolore. Vengono poi applicati dei punti che, in genere, sono riassorbibili (non è quindi necessario doverli togliere). Una piccola cicatrice resterà, ma se i punti vengono dati piccoli e stretti non sarà particolarmente visibile.

Quando è indicata l’episiotomia

In questo ambito, negli anni sono stati fatti molti passi in avanti. Ad esempio, è tramontata l’ipotesi che una episiotomia fosse la soluzione migliore per evitare l’incontinenza urinaria dopo il parto. Così com’è stata confutata la teoria che il neonato nasce più “serenamente” dopo che viene praticato il taglio del perineo. Merito di diversi studi scientifici.

Per quanto la decisione se fare l’episiotomia dipenda da tanti fattori valutabili sul momento, possiamo dire che, in linea di massima, queste sono le indicazioni per eseguirla:

  • Posizione non corretta del bambino (in particolare, la distocia della spalla).
  • Sofferenza fetale importante (l’episiotomia accelera l’uscita).
  • Necessità di un parto operativo (che prevede l’uso di ventosa o forcipe).

Altre indicazioni potrebbero essere la macrosomia, cioè un bimbo molto grosso (oltre 4 chili) che potrebbe provocare lacerazioni importanti; tessuti poco elastici che non si tendono in maniera ottimale; il parto gemellare (perché si può partorire in modo spontaneo anche in caso di gemelli). Ma come detto sopra ogni caso è a sé e viene valutato in sala parto.

Guarigione dopo l’episiotomia

Negarlo sarebbe inutile: il post episiotomia non sempre è una passeggiata. Tendenzialmente la guarigione è più semplice dopo una lacerazione che non dopo un taglio del perineo, anche se chiaramente questo dipende dal grado della lacerazione stessa.

Perché tutto torni alla normalità ci vuole circa un mese, ma si tratta di un tempo variabile. I primi giorni dopo l’episiotomia potrebbe essere complicato sedersi e il dolore può farsi sentire. Di solito viene prescritto un antidolorifico a base di paracetamolo, compatibile con l’allattamento.

Anche evacuare può essere difficoltoso all’inizio e per riprendere i rapporti sessuali si deve aspettare un po’. Alla visita ginecologica dopo il parto il ginecologo verificherà che tutto proceda bene e che i tessuti si siano rimarginati completamente così da riprendere l’attività sessuale col proprio partner.

Consigli generali in caso di episiotomia

Alcuni suggerimenti nel caso in cui si venga sottoposte a questa procedura chirurgica:

  • Attenzione all’igiene: non vanno usati detergenti aggressivi, ma neutri e senza sapone. Va bene anche la semplice acqua non troppo calda.
  • Non tenere la zona umida: dopo essersi lavate, è opportuno rimanere per un po’ senza biancheria intima. Si deve inoltre cambiare spesso l’assorbente per le perdite post parto.
  • Fare impacchi lenitivi: ad esempio, con soluzioni contenenti calendula, malva o camomilla.
  • Usare una ciambella per sedersi: per i primi tempi potrebbe alleviare un po’ il dolore.

L’episiotomia si può evitare?

Arrivare al parto preparate è già un buon modo per far sì che non sia necessario ricorrere all’episiotomia. Questo significa imparare a conoscere il proprio corpo e a prendersene cura durante la gravidanza. Una buona regola è quella di mantenere quanto più possibile i tessuti sani ed elastici. È dunque utile bere molta acqua, fare il massaggio del perineo (basta chiedere ad una ostetrica come farlo bene e quali prodotti usare) e assumere un integratore di collagene.

Il collagene è una sostanza importantissima per l’elasticità di pelle e tessuti, anche quelli più “nascosti” come il perineo. Col passare del tempo è necessario farne scorta perché è fisiologico che si riduca. L’associazione con l’acido ialuronico permette di ottenere ottimi risultati. Di conseguenza, prima si comincia meglio è.