Alcune sono innocue e accompagnano la futura mamma per i 9 mesi

Altre invece devono essere segnalate precocemente al ginecologo

Le perdite in gravidanza sono un fenomeno abbastanza normale che può presentarsi in qualunque trimestre. Possono essere di colore diverso, accompagnate da altri fastidi oppure del tutto asintomatiche. Alcune di queste non devono assolutamente preoccupare e sono considerate fisiologiche. Altre invece (quelle di sangue vivo) devono far scattare un campanello d’allarme e meritano di essere segnalate al proprio ginecologo.

Cerchiamo quindi di capire quali sono le più comuni perdite in gravidanza.

Perdite in gravidanza: leucorrea gravidica 

Le più frequenti e innocue perdite in gravidanza sono quelle trasparenti, chiamate leucorrea gravidica. Queste si presentano fin dai primissimi giorni, tanto che possono essere uno dei segnali che indicano che c’è una gravidanza in corso. Spesso, queste secrezioni sono molto abbondanti e rendono necessario l’utilizzo di un salvaslip. L’uso continuo di assorbenti però potrebbe causare irritazioni: meglio dunque cambiare direttamente le mutandine nel caso ci si senta troppo umide.

Di solito queste perdite sono acquose, appena appena filamentose e totalmente inodori. Sono provocate dagli sbalzi ormonali che accompagnano tutte le 40 settimane. Ecco quindi perché potrebbero durare per tutta la gestazione. Una corretta igiene intima in gravidanza è sempre raccomandabile, ma in realtà non c’è altro da fare perché non è una condizione patologia.

Leucorrea o perdita di liquido amniotico?

Questo è un tipico dilemma che hanno le future mamme man mano che la gravidanza prosegue. La sensazione di bagnato è causata da una innocua leucorrea gravidica oppure si è verificata una rottura del sacco con conseguente perdita di liquido amniotico? Più che un semplice quesito questa è una paura vera e propria, soprattutto se non si è ancora a termine. 

Come distinguerle quindi? In genere, la perdita di liquido amniotico è più abbondante della tipica leucorrea. Nel dubbio però è sempre meglio chiedere al proprio ginecologo come comportarsi. In farmacia esistono degli assorbenti speciali che, a contatto con il liquido amniotico, cambiano colore. Possono dunque essere utili per una valutazione casalinga e per stare più tranquille.

Perdite in gravidanza e infezioni

In alcuni casi, quando le perdite non sono più liquide e trasparenti, si deve prestare un po’ di attenzione in più. Potrebbero essere la spia di qualche tipo di infezione. Il primo segnale classico è il cambiamento di colore. Quando diventano biancastre, gialle, tendenti al verde significa che c’è qualcosa che non va. L’ipotesi è ancora più vera se le perdite diventano più dense, con una consistenza simile a ricotta, e se emanano un odore forte e sgradevole. Quasi sempre, se ci sono infezioni in corso, si avvertono altri sintomi come prurito, bruciore, irritazione. 

Nella maggior parte dei casi, la Candida è responsabile delle infezioni vaginali, anche se non è l’unica. È un fungo che si trasmette con facilità e che va curato con specifici prodotti, compatibili con la gravidanza. Purtroppo tende a ripresentarsi ed è importante che entrambi i partner si curino per non passarsela a vicenda. Per individuare l’agente patogeno “colpevole” dell’infezione, il ginecologo potrebbe consigliare un tampone vaginale. In questo modo, può decidere la terapia più corretta. Le infezioni sono potenzialmente pericolose perché potrebbero causare un parto pretermine. 

Perdite in gravidanza: quelle marroni

Ma arriviamo alle perdite in gravidanza che più spaventano le mamme in attesa: quelle marroni o rosso scuro e quelle rosso vivo. Insomma, quelle di sangue. Una situazione che va gestita in modo diverso a seconda del trimestre di gestazione. Partiamo da quelle scure, che in genere non devono preoccupare più di tanto, anche se una telefonata la ginecologo male non fa.

Soprattutto nel primo periodo, può capitare di trovare macchie marroni sugli slip. All’inizio della gravidanza potrebbero essere le cosiddette perdite da impianto, quando cioè l’ovulo fecondato si “accomoda” nelle pareti uterine. Durano 2-3 giorni, ma non sono particolarmente abbondanti. 

Il colore marrone indica sangue “vecchio” che, nella maggior parte dei casi, non deve allarmare. Quando avvertire il medico? Quando le perdite durano parecchi giorni, se sono presenti grumi, se ci sono dolori simili a quelli del ciclo mestruale. Potrebbe esserci una minaccia d’aborto che può essere valutata solo con una visita e una ecografia. Sarà il ginecologo ad indicare la strada da seguire. Spesso vengono prescritti riposo e progesterone.

Perdite in gravidanza: quelle rosso vivo

Le perdite in gravidanza che allarmano di più sono quelle di sangue rosso vivo. Vero è che molto spesso si tratta di gocce di sangue provocate dalla rottura di un capillare, ad esempio dopo un rapporto sessuale, una visita dal ginecologo, oppure dagli ormoni. Se capitano nei giorni in cui la donna avrebbe avuto il ciclo, sono “false mestruazioni“, che durano da poche ore a un giorno solo. Però non c’è futura mamma che non si terrorizzi quando vede sangue. 

Le perdite rosso vivo sono preoccupanti in qualsiasi trimestre, soprattutto se sono accompagnate da dolori o crampi addominali. Queste perdite possono essere il segnale di una minaccia d’aborto oppure di un aborto già in corso. Possono anche indicare una gravidanza extrauterina (ne abbiamo parlato QUI). 

Nel secondo e terzo trimestre potrebbero essere causate da un distacco di placenta, dalla placenta previa oppure dall’avvio di un travaglio prematuro. Se il termine della gravidanza è molto vicino, le perdite ematiche potrebbero essere indice di un parto imminente, in particolare se è presente anche muco cervicale. E questo è forse l’unico in caso in cui le perdite sono “benvenute”.

In ogni caso, se ci sono perdite di sangue rosso vivo non bisogna mai indugiare, ma chiamare immediatamente il proprio ginecologo o recarsi al pronto soccorso.