È sicuramente il momento più delicato di tutta la gravidanza

Ecco sintomi, durata, esami da fare in questo periodo

L’emozione del test positivo probabilmente è una delle più forti che una donna possa provare: bastano le due lineette a far impazzire di gioia una futura mamma e un futuro papà. Ma passata la prima comprensibile euforia bisogna iniziare a prendersi cura di sé in modo più attento. Perché i primi tre mesi di gravidanza sono quelli più delicati e, talvolta, difficili. La stragrande maggioranza dei problemi relativi ad una gravidanza viene scoperta proprio in questo periodo iniziale. E bisogna sapere come affrontarlo nel migliore dei modi.

Quanto dura il primo trimestre 

Come probabilmente ciascuna futura mamma sa, per convenzione la gravidanza si calcola dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Si fa così perché in questo modo si ha maggiore accuratezza. L’ovulazione è sempre soggettiva, mentre ogni donna sa quando ha avuto l’ultimo ciclo, in particolare se sta cercando una gravidanza. 

Dal fatidico primo giorno dell’ultima mestruazione in poi si contano le settimane che, in linea di massima, sono 40. È un numero indicativo, perché la gravidanza può anche andare oltre o, al contrario, il parto può avvenire prima. 

Il primo trimestre di gravidanza termina a 13+1, cioè a 13 settimane e 1 giorno di gravidanza. Da 13+2 quindi si entra nel secondo. Momento in cui molte tirano un sospiro di sollievo. Da qui in poi in genere la situazione è più tranquilla.

Primo trimestre: perché è il più delicato

Le prime settimane della gravidanza sono tra le più delicate per tanti motivi. Innanzitutto va considerare l’impatto psicologico del sapere di diventare mamma. È un momento meraviglioso ma, contemporaneamente, nascono ansie e aspettative. Capita molto spesso che, in preda a tanti pensieri, una donna che scopre di essere incinta faccia fatica a dormire e concentrarsi. 

Dal punto di vista strettamente medico, nel primo trimestre dall’incontro di due cellule (ovocita e spermatozoo) si forma un individuo con tutti gli organi, tessuti e apparati che il corpo umano possiede. L’organismo fa un grandissimo lavoro per assicurare al “prodotto del concepimento” tutto ciò che occorre per formarsi e crescere. 

È anche vero però che questo è il momento in cui i rischi che qualcosa non vada per il verso giusto sono più alti. 

I rischi del primo trimestre 

Il pericolo più significativo nel primo periodo della gravidanza è costituito dalla sua interruzione. Si stima che un terzo delle gravidanze termini in tal modo. In realtà il numero potrebbe anche essere più alto perché spesso l’aborto spontaneo si verifica ancor prima che la donna sappia di essere incinta e viene confuso con le semplici mestruazioni. 

In moltissimi casi, l’aborto spontaneo avviene perché il feto non si sviluppa normalmente. Esempi di anomalie sono: 

  • uovo vuoto: è la cosiddetta gravidanza anembrionica, quando cioè avviene la fecondazione, ma l’embrione non si sviluppa.
  • Morte fetale intrauterina: in questo caso l’embrione/feto c’è ma la sua crescita si interrompe.
  • Gravidanza molare: è una circostanza rara. Le cellule della placenta sviluppano una massa di cellule anomale che causa la perdita della gravidanza.

Sintomi del primo trimestre 

Il ventaglio di possibili sintomi è variabile da donna a donna. Alcune – le più fortunate – non provano alcuna sensazione particolare. Per altre invece i disturbi possono essere anche molto fastidiosi. Ecco i più comuni: 

  • nausea e vomito.
  • Stanchezza.
  • Sonnolenza.
  • Crampi addominali.
  • Disturbi intestinali.
  • Capogiri.
  • Sensibilità agli odori.
  • Mal di testa.
  • Tensione e dolore al seno.
  • Perdite bianche o trasparenti. 
  • Stimolo a urinare spesso.
  • Sbalzi d’umore.

Soluzioni ai disturbi del primo trimestre 

Per alcuni fastidi sfortunatamente non c’è molto da fare. Le perdite, la necessità di urinare spesso, la sensibilità agli odori, gli spazi d’umore ad esempio fanno parte naturalmente di ciò che accompagna la gravidanza, ma non sono “modificabili”. Spesso infatti dipendono dagli ormoni. Su altre cose invece si può intervenire. 

Nausea e vomito sono provocati dall’ormone betaHcg, prodotto in gran quantità durante lacrima fase della gravidanza. Il picco è tra 8 e 10 settimane, che spesso sono quelle in cui la mamma si sente peggio. Nella stragrande maggioranza dei casi nausea e vomito scompaiono al termine del primo trimestre. Per contrastarli si può mangiare poco e spesso, preferendo alimenti secchi come cracker o grissini e cibi freschi. Anche lo zenzero e il magnesio possono essere un ottimo supporto. Ogni donna va a tentativi e trova il rimedio giusto per sé.

Gli integratori di magnesio sono utilissimi anche in caso di altri problemi, come l’insonnia, i capogiri, il dolore al seno e la stanchezza. Danno una bella sferzata di energia, soprattutto se sono associati alle vitamine e altre sostanze. In ogni caso, ogni volta che è possibile, il consiglio è quello di riposare e assecondare i segnali che manda il corpo. 

Nel primo trimestre possono anche verificarsi disturbi intestinali. Molto più spesso compare la stitichezza, ma alcune donne lamentano diarrea. La colpa della stipsi è del progesterone, un ormone che circola in gran quantità nel corpo di una donna incinta. Ha la funzione di impedire che l’utero si contragga, ma lo stesso effetto si ha su tutta la muscolatura liscia. In questo modo, la peristalsi (i movimenti intestinali che favoriscono l’evacuazione) è rallentata. Se a questo aggiungiamo anche i cambiamenti nelle abitudini alimentari, ecco che andare in bagno può essere un problema. 

Primo trimestre e stile di vita 

Quando una donna scopre di essere in dice attesa deve attuare immediatamente una serie di comportamenti corretti: 

  • smettere di fumare e di consumare alcolici. 
  • Fare attività fisica. 
  • Mangiare sano. 
  • Evitare alcuni alimenti pericolosi, ad esempio per la toxoplasmosi (ne abbiamo parlato QUI).
  • Assumere regolarmente acido folico. 

Se non ci sono particolari controindicazioni da parte del medico, si può continuare a fare tutto ciò che già si faceva prima della gravidanza. Basta solo non esagerare e segnalare al ginecologo eventuali problemi, come ad esempio perdite di sangue. 

La prima visita è importantissima per stabilire se la gravidanza è da considerarsi a basso o alto rischio. Quindi è indispensabile un’accurata identificazione di alcuni fattori, per esempio gestosi o diabete in precedenti gravidanze, obesità materna, malattie della mamma, controllo della pressione sanguigna. Inoltre si dovrà effettuare un pap test se sono trascorsi più di 18 mesi dall’ultimo. 

La visita ostetrica serve a svelare la presenza di eventuali anomalie dell’apparato genitale della donna o infezioni. La prima ecografia è transvaginale, cioè si effettua con una sonda inserita in vagina. Consente di confermare l’epoca di gravidanza, la sede corretta, il numero di embrioni e la presenza di attività cardiaca. Non andrebbe effettuata troppo precocemente perché l’embrione potrebbe ancora non essere visibile, creando ansia e allarme. L’epoca più corretta quindi è a partire da 7-8 settimane di gestazione. 

Durante la prima visita, il ginecologo prescriverà alcuni esami e elencherà tutto ciò che la futura mamma può e deve fare.

Esami del primo trimestre

Il Sistema sanitario nazionale “passa” alcune prestazioni. Significa cioè che sono gratuite. Questo l’elenco:

  • PRIMA VISITA OSTETRICA. Incluso eventuale prelievo citologico. Non associabile prima visita ginecologica.
  • EMOCROMO: ESAME CITOMETRICO E CONTEGGIO LEUCOCITARIO DIFFERENZIALE Hb, GR, GB, HCT, PLT, IND. DERIV. Compreso eventuale controllo microscopico.
  • Hb – EMOGLOBINE. Dosaggio frazioni (HbA2, HbF, Hb Anomale). Qualora non eseguito in funzione preconcezionale.
  • GRUPPO SANGUIGNO AB0 (Agglutinogeni e Agglutinine) e Rh (D). Qualora non eseguito in funzione preconcezionale.
  • ANTICORPI ANTI ERITROCITI [Test di Coombs indiretto]. Da ripetere a tutte le donne a 28 settimane.
  • GLUCOSIO.
  • VIRUS ROSOLIA IgG e IgM per sospetta infezione acuta. Incluso: Test di Avidità delle IgG se IgG positive e IgM positive o dubbie.
  • Da ripetere entro la 17^ settimana in caso di negatività.
  • VIRUS ROSOLIA ANTICORPI IgG per controllo stato immunitario. Da ripetere entro la 17^ settimana in caso di negatività.
  • TOXOPLASMA ANTICORPI IgG e IgM. Incluso Test di Avidità delle IgG se IgG positive e IgM positive o dubbie. Incluso eventuali IgA e Immunoblotting. Da ripetere ogni 4-6 settimane in caso di negatività.
  • TREPONEMA PALLIDUM. Sierologia della sifilide. Anticorpi EIA/CLIA e/o TPHA (TPPA) più VDRL (RPR). Incluso eventuale titolazione. Incluso: eventuale Immunoblotting.
  • VIRUS IMMUNODEFICENZA ACQUISITA (HIV 1-2) .TEST COMBINATO ANTICORPI E ANTIGENE P24. Incluso: eventuale Immunoblotting. Non associabile a  Virus Anticorpi Immunoblotting (Saggio di conferma) NAS. Qualora non eseguito nei tre mesi precedenti.
  • URINE ESAME COMPLETO. Incluso: sedimento urinario.
  • ESAME COLTURALE DELL’ URINA [URINOCOLTURA]. Ricerca batteri e lieviti patogeni. Incluso conta batterica. Se positivo, incluso identificazione e antibiogramma.
  • CHLAMYDIA TRACHOMATIS ANTICORPI IgG e IgM. Incluso IgA se IgM negative.
  • NEISSERIA GONORRHOEAE IN MATERIALI BIOLOGICI VARI ESAME COLTURALE. Se positivo, incluso identificazione ed eventuale antibiogramma.
  • VIRUS EPATITE C (HCV) ANTICORPI. Incluso eventuale Immunoblotting.
  • VIRUS EPATITE C (HCV) TIPIZZAZIONE GENOMICA. Incluso, estrazione, retrotrascrizione, amplificazione, ibridazione inversa o sequenziamento. Solo in caso di HCV positivo.
  • ECOGRAFIA OSTETRICA. Da eseguire nel primo trimestre, per determinare l’età gestazionale.
  • HCG FRAZIONE LIBERA E PAPP-A. Da eseguire solo in associazione ECOGRAFIA OSTETRICA PER STUDIO DELLA TRANSLUCENZA NUCALE. Incluso: consulenza pre e post test combinato (1° trimestre).
  • ECOGRAFIA OSTETRICA PER STUDIO DELLA TRANSLUCENZA NUCALE. Incluso: consulenza pre e post test combinato. Da eseguire esclusivamente tra 11 settimane + 0 gg e 13 settimane +6 gg.
  • ESAME CITOLOGICO CERVICO VAGINALE (Pap test convenzionale). Qualora non effettuato nell’ambito dei programmi di screening.
  • PRELIEVO DI SANGUE VENOSO.