È sconsigliato eseguirli in entrambi i periodi 

La donna è più vulnerabile alle infezioni

Incidere il nome del proprio bambino non solo nel cuore, ma anche sulla pelle. Sono tante le future mamme che scelgono di farsi tatuare il nome del figlio o della figlia, in modo da portarlo ancora di più sempre con sé. Altre ancora invece optano per soggetti diversi, ma la moda dei “tatoo” non passa mai. Eppure è giusto chiedersi: i tatuaggi in gravidanza si possono fare? E in allattamento? Vediamo in dettaglio. In ogni caso, per qualsiasi dubbio, meglio affidarsi sempre ai consigli del proprio ginecologo.

Come si effettuano i tatuaggi

Per tatuaggio si intende la colorazione permanente di parti del corpo mediante l’introduzione sottocutanea ed intradermica di pigmenti di varia natura con l’ausilio di aghi e qualsiasi altra tecnica, al fine di formare disegni o figure indelebili e permanenti.

Rischi generali dei tatuaggi

Gli inchiostri adoperati per i tatuaggi non hanno una composizione chimica standard, tuttavia si può dire che essi sono costituiti da due componenti: il veicolo e il pigmento. I produttori di inchiostri per tatuaggi non sono obbligati a rivelare i componenti che li costituiscono ed inoltre coloro che fanno i tatuaggi usano mescolare vari inchiostri. La maggior parte degli inchiostri è fatta con sali metallici, tinture vegetali o materie plastiche. 

Il veicolo ha la funzione di distribuire in modo uniforme il pigmento in una matrice fluida, di prevenire l’insorgere di sostanze patogene e l’agglomerazione dei pigmenti e di favorire l’applicazione sulla pelle. I veicoli maggiormente utilizzati sono: alcol etilico, acqua purificata, amamelide di origine vegetale, listerina, glicole propilenico e glicerina. A volte sono usati alcol denaturato, altri alcol quali il metanolo, antigelo e formaldeide sostanze tutte da sconsigliare in quanto tossiche.

Tatuaggi in gravidanza: sì o no?

Assolutamente no. La gravidanza abbassa le difese immunitarie della donna, che risulta più vulnerabile alle infezioni locali e alle patologie infettive. Inoltre, durante l’attesa, la pelle è più sensibile e aumenta anche il rischio di reazioni allergiche e di rigetto dei pigmenti.

I rischi più seri in gravidanza sono legati ad una maggiore possibilità di contrarre infezioni potenzialmente serie, come l’HIV o l’epatite B, che si contagiano anche attraverso il sangue. Se gli strumenti del tatuatore non dovessero essere ben sterilizzati il pericolo sarebbe altissimo perché si tratta di patologie infettive nocive per il feto, oltre che per la futura mamma. 

Le variazioni ormonali potrebbero anche abbassare la soglia del dolore della gestante. In questo caso, l’esecuzione del tatuaggio potrebbe risultare quindi molto dolorosa.

Tatuaggi e anestesia epidurale

L’allarme è stato lanciato qualche anno fa, ma è ancora attuale e arriva dalla Società italiana di anestesia rianimazione emergenza e dolore (Siared). Il tatuaggio nella zona lombare potrebbe essere una controindicazione all’anestesia epidurale. Il motivo sta nel fatto che la puntura potrebbe veicolare alcune particelle del pigmento del tatuaggio nel canale vertebrale. Il rischio è quello di infiammazioni o infezioni dei rami nervosi che partono dal midollo spinale. 

Se il tatuaggio è precedente alla gravidanza, l’anestesista cercherà di effettuare l’iniezione in uno spazio intervertebrale con la pelle integra e non colorata. 

Tatuaggi e allattamento

Meglio aspettare un po’. La condizione di vulnerabilità della mamma prosegue anche durante questo periodo, quindi il consiglio è di evitare questo genere di interventi fino a quando non si smette di allattare. Secondo alcune teorie, le sostanze contenute nell’inchiostro potrebbero passare nel latte e arrivare dunque al neonato. E di sicuro non gli farebbero bene.

Rimozione di tatuaggi in gravidanza

Durante la gravidanza non va effettuata la rimozione di un tatuaggio per due ragioni principali. In primo luogo, il processo di rimozione del laser rompe l’inchiostro del tatuaggio, che viene poi assorbito nel corpo. Questo inchiostro può rivelarsi dannoso per il feto in via di sviluppo. Per lo stesso motivo, si dovrebbero evitare anche gli anestetici topici che spesso sono utilizzati prima della procedura, perché anche questi sono assorbiti dal corpo. 

La seconda ragione per cui è meglio evitare la procedura di rimozione laser durante la gravidanza è la fotosensibilità. Durante la gestazione, la pelle diventa più sensibile, in particolare alla luce. In gravidanza, la luce concentrata del laser può rivelarsi più dolorosa quando la pelle è fotosensibile. Ciò è ancora più vero se si evita di utilizzare l’anestetico locale.

A chi rivolgersi per i tatuaggi

Bisogna sempre rivolgersi ad un centro specializzato, che sia in possesso di adeguate conoscenze tecnico-professionali per esercitare la suddetta attività. Inoltre, queste strutture devono essere in possesso della certificazione rilasciata dall’Asl competente. Devono essere rispettati i principi igienici basilari al fine di prevenire le malattie infettive e operare in condizioni di sicurezza.

Tatuaggi e consenso informato

Esiste un consenso informato in cui il tatuatore deve fornire in modo comprensibile tutte le informazioni utili sul trattamento che eseguirà (modalità, prodotti utilizzati, effetti indesiderati, rischi), chiarire tutti gli eventuali dubbi e rispondere a tutti i quesiti posti dal cliente (la comunicazione è bidirezionale). 

Il consenso raccolto dall’operatore dovrebbe essere preferibilmente in forma scritta da parte del cliente o dei genitori in caso di minorenni. L’acquisizione del consenso informato non è un mero adempimento burocratico vuoto, ma il fondamento dell’operato, quindi acquisire il consenso è un obbligo.