La salute di questa ghiandola è importante per mamma e feto

Già nel periodo del concepimento è fondamentale che funzioni bene

I disturbi alla tiroide sono molto frequenti: in Italia ne soffrono circa 6 milioni di persone, donne in prevalenza. In genere, sono facilmente gestibili con terapie ad hoc, ma questa ghiandola a volte viene un po’ trascurata. Invece, ogni tanto sarebbe auspicabile fare un controllo, soprattutto in vista di una gravidanza, un momento in cui la sua salute è molto importante.

A cosa serve la tiroide

È una ghiandola endocrina lunga 5-8 centimetri e larga 3-4 e si trova nella parte anteriore del collo. La sua funzione fondamentale è quella di sintetizzare due ormoni, T4 e T3, chiamati tiroxina e triiodotironina. La loro produzione è regolata da un altro ormone, il TSH, che viene prodotto da un’altra ghiandola, l’ipofisi.

T3 e T4 svolgono la loro azione in moltissimi processi corporei, dal metabolismo alla funzionalità dei sistemi nervoso, riproduttivo e cardiaco, oltre che nei processi di crescita e sviluppo cerebrale.

Tiroide e gravidanza

Un buon funzionamento di questa ghiandola è importantissimo sia per la fertilità della donna che per il feto. Gli ormoni tiroidei regolano i meccanismi di concepimento e di impianto dell’embrione e svolgono un ruolo basilare per lo sviluppo del cervello del bambino, che non è ancora in grado di produrli da solo.

Funzionalità tiroidea prima del concepimento

In previsione di una gravidanza, è quindi giusto chiedersi se è opportuno fare esami specifici per la tiroide. Bisogna distinguere due casi:

  1. la donna sa già di avere una patologia tiroidea: in questa circostanza, vanno ripetuti i test classici, come il dosaggio del TSH (in particolare per gli ormoni T3 e T4), insieme alla ricerca degli ormoni anti-tiroidei. Questi possono restare in circolo per anni, senza dare malattia, ma in gravidanza, quando la tiroide lavora di più, la ghiandola è sotto sforzo e gli anticorpi le fanno perdere mordente;
  2. la donna non ha storie personali o familiari di malattie a carico della tiroide: in questo secondo caso, non occorre far nulla.

Se si segue una terapia, va fatto il dosaggio ormonale e si deve contattare il proprio endocrinologo per adeguare la dose del farmaco. Inoltre, sempre prima della gravidanza, chi ha avuto tre aborti spontanei deve analizzare la tiroide, con ecografia, dosaggi ormonali e così via. In questo caso, un integratore con vitamina D3 potrebbe essere molto utile per evitare che si ripetano.

Ipotiroidismo e ipertiroidismo: sintomi e differenze

La differenza è facile: nel primo caso, c’è una ridotta funzionalità della tiroide, il contrario si verifica con l’ipertiroidismo. I sintomi dell’ipotiroidismo non sono clamorosi, sono lenti nel tempo, si manifestano in mesi, se non in anni: può esserci un tono di voce che cambia, un eloquio biascicato, 2-3 chili in più, ci si può sentire stanchi.

L’ipertiroidismo ha invece un esordio e sintomi bruschi, improvvisi e quindi la diagnosi è più veloce. Il dimagrimento è tipico, anche se si mangia molto perché chi soffre di ipertiroidismo ha il metabolismo più accelerato.

I sintomi tipici dell’ipotiroidismo in gravidanza sono:

  • astenia;
  • difficoltà di concentrazione;
  • intolleranza al freddo;
  • parestesia (formicolio);
  • perdita di capelli;
  • gonfiore sottocutaneo, specie delle labbra;
  • macroglossia, eccessiva crescita della lingua;
  • voce rauca;
  • riflessi osteotendinei ritardati.

L’ipertiroidismo in gravidanza si manifesta con sintomi come:

  • tachicardia;
  • cute calda e umida;
  • intolleranza al caldo;
  • aumento della pressione;
  • iperemesi (vomito, perdita di peso e tachicardia)
  • astenia;
  • ansia.

Noduli alla tiroide in gravidanza

Talvolta, in una futura mamma che non soffre di patologie tiroidee particolari, col pancione può comparire un nodulino, ad esempio se c’è una predisposizione familiare al gozzo. Nel caso in cui si noti un aumento del volume del collo, è quindi consigliabile eseguire un’ecografia.

I rischi per il feto

Soprattutto fino a 16-18 settimane, la tiroide del bambino non produce ormoni, quindi il supporto di ormoni arriva tramite il sangue materno ed è importante che ne sia ricco. L’ipertiroidismo raramente si trasmette al bambino, ma può provocare tireotossicosi neonatale. Nell’utero c’è una barriera che fa sì che gli ormoni che sono in più vengano bloccati. Così il bambino ha un meccanismo che lo protegge.

A differenza dell’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo è provocato da anticorpi che ‘accendono’ la malattia. A fine gravidanza possono passare e quindi il neonato è esposto per 6-8-12 settimane agli anticorpi, che poi decadono.

Terapia per la tiroide in gravidanza

Nel primo trimestre, il supporto della tiroide serve sia alla donna che al feto, quindi la dose del farmaco per l’ipotiroidismo – che è una terapia suppletiva di ormone (levotiroxina) e serve ad aumentare la funzionalità della ghiandola – può essere insufficiente.

Viceversa, se la donna soffre di ipertiroidismo e assume farmaci per ridurre la funzionalità tiroidea, spesso durante la gravidanza il dosaggio si può diminuire. Talvolta si può persino sospendere il farmaco. Può succedere però che la malattia peggiori dopo il parto perché, come tutte le patologie autoimmuni, in gravidanza va meglio e poi ‘schizza’ nel post partum.

Prevenzione dei disturbi alla tiroide

Lo iodio è una sostanza che contribuisce in modo importante al benessere della tiroide. In gravidanza il fabbisogno aumenta fino a 250 microgrammi rispetto ai 150 di un adulto. La grave carenza di iodio può provocare un quoziente intellettivo ridotto, qualche piccolissimo problema di linguaggio o motorio, ma è raro che si possa arrivare al cretinismo, che in passato era molto frequente. Restano queste piccole disabilità e sembra esserci anche un nesso tra la carenza di iodio e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Ecco quindi che un integratore a base di iodio può fare la differenza.

Il sale iodato è un ottimo strumento di prevenzione primaria perché in molte zone del nostro Paese esiste una carenza di iodio. Assumere iodio con la semplice alimentazione è complicato, quindi l’impiego di questo tipo di sale può certamente essere d’aiuto. Valgono però le stesse raccomandazioni sull’uso del sale: non se ne deve mai abusare. Una regola questa che vale tanto più se si è incinte: il sale in gravidanza può provocare un rialzo della pressione arteriosa o problemi di ritenzione idrica.