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Lo dice uno studio americano su antinfluenzale e anti pertosse
In Italia le percentuali di copertura sono piuttosto basse
Fino a qualche anno fa non se ne parlava molto. I vaccini in gravidanza sono entrati nella pratica clinica abbastanza recentemente sulla base di alcune evidenze scientifiche che ne sottolineano l’importanza. È infatti una questione di prevenzione e di tutela del bimbo che si porta in grembo. Eppure, sembra che non siano ancora molte le donne che decidono di vaccinarsi. È quanto emerge da uno studio americano. In Italia pare che le percentuali siano ancora molto basse.
Vaccini in gravidanza: quali fare
Le vaccinazioni in gravidanza non sono obbligatorie. Sono solo consigliate dalle autorità sanitarie. Ad esempio, nel nostro Paese, è il ministero della Salute a raccomandare di vaccinarsi per proteggere se stesse, ma anche il feto.
Le vaccinazioni raccomandate durante la gestazione sono due: quella contro l’influenza e quella contro la pertosse. Entrambe sono offerte gratuitamente.
Vaccini in gravidanza: quali non fare
Non vanno fatti tutti i vaccini che hanno il virus attivo, che quindi potrebbe scatenare la malattia. Uno di questi è il cosiddetto Mpr, morbillo-parotite-rosolia. Quest’ultima patologia può avere conseguenze gravissime sul feto. No anche al vaccino contro la varicella e contro l’Hpv, il papilloma virus.
Attenzione anche alle profilassi che si fanno prima di alcuni viaggi in Paesi esotici dov’è alto il rischio di malattie. Tra i vaccini sconsigliati ci sono quelli contro la tubercolosi, l’encefalite giapponese, la febbre tifoide e la febbre gialla. Se si vuol fare un viaggio col pancione è consigliabile recarsi in luoghi più sicuri.
Vaccini in gravidanza: l’antinfluenzale
Questo vaccino andrebbe fatto per evitare le complicanze dell’influenza e per proteggere il piccolo. Spesso si pensa che sia un banale malanno di stagione, ma non è sempre così. Con il sistema immunitario un po’ più delicato per la gravidanza, potrebbe sopraggiungere qualche complicazione (ad esempio a livello respiratorio) che non va presa alla leggera. Non è detto che, con il vaccino, non ci si ammali, ma si potrebbe prendere l’influenza in forma più lieve.
L’antinfluenzale è consigliata in modo particolare nel secondo e terzo trimestre, ma può andar bene anche se si è al primo. Secondo uno studio neozelandese, le donne incinte non vaccinate corrono un rischio più alto di 5 volte di essere ricoverate per complicanze legate all’influenza. Inoltre, coloro che si ammalano in gravidanza hanno maggiori possibilità di avere qualche problema al parto. Ad esempio, sale di 4 volte il rischio di parto pretermine e di cesareo. Il vaccino ha dimostrato di proteggere anche il bambino nei primi mesi di vita.
Vaccini in gravidanza: l’anti pertosse
Questo vaccino ha la funzione fondamentale di proteggere il bimbo appena nato. Vaccinarsi contro la pertosse mentre si aspetta significa passare al feto gli anticorpi contro questa malattia. Nei piccolissimi può essere molto pericolosa, potenzialmente mortale. I neonati fanno la prima dose di questo vaccino a 2 mesi, quindi i vaccini in gravidanza servono a dargli una copertura nel lasso di tempo tra la nascita e il suo primo vaccino.
Può essere somministrato in qualunque periodo della gestazione, ma per garantire una maggiore protezione al neonato l’ideale è farlo verso la fine, tra 27 e 36 settimane. L’effetto dura circa 6 mesi. Ecco perché i neonati devono comunque ripetere la vaccinazione dai 2 mesi di vita in poi. Il vaccino andrebbe fatto anche se si è già avuto la pertosse da piccole e ripetuto per ogni gravidanza.
La somministrazione avviene in un vaccino trivalente (Tdap) contro pertosse, tetano e difterite. Non esiste un siero singolo in Italia.
Vaccini in gravidanza: lo studio americano
Le donne che rifiutano la vaccinazione in gravidanza lo fanno principalmente perché hanno paura che il vaccino faccia male o perché pensano che non serva, due convinzioni abbondantemente smentite dagli studi scientifici. A censire le cause di opposizione è stato uno studio dell’università del Colorado pubblicato su “Obstetrics & Gynecology”.
I ricercatori hanno intervistato 331 ostetrici e ginecologi per valutare l’adesione alle vaccinazioni raccomandate durante la gravidanza, cioè quella per l’influenza e quella Tdap contro tetano, pertosse e difterite. Il 62% degli intervistati ha riportato un tasso di rifiuto maggiore del 10% per l’influenza, mentre l’altro vaccino è risultato più “popolare”, con solo il 32% dei ginecologi che ha avuto un rifiuto da più di una paziente su dieci.
Tra i motivi, il prevalente è risultato la convinzione che il vaccino faccia male (48%), seguito da quella di non essere esposte alle malattie (38%), preoccupazioni generali sui vaccini (32%), il desiderio di una “gravidanza naturale” (31%) e la paura di provocare l’autismo (25%).
Vaccini in gravidanza: la situazione italiana
Negli Usa le cose vanno meglio rispetto all’Italia. “Avere l’influenza o la pertosse nei primi mesi di vita può essere molto pericoloso, e il modo migliore per proteggere il bambino è vaccinarsi durante la gravidanza, una pratica sicura – spiega un documento pubblicato dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip) -. La pratica è abbastanza diffusa negli Usa e in Gran Bretagna, dove secondo il CDC americano e l’ECDC europeo circa metà delle donne incinte si protegge, mentre in Italia i dati di copertura mostrano che in media meno del 2% (pari a circa 3.500 donne) delle donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza si vaccinano”.
Come per l’influenza, anche per il vaccino per difterite, tetano e pertosse, spiegano gli esperti della Siaip, ci sono prove evidenti di efficacia. “L’ultimo recente studio, condotto negli USA – spiegano – ha dimostrato che, se fatta nel terzo trimestre, la vaccinazione riduce del 78% il rischio che il bimbo si ammali di pertosse e di conseguenza delle sue complicanze”.
Vaccini in gravidanza e sicurezza
Il dubbio di tante future mamme riguarda la sicurezza di questi prodotti. Nel documento della Siaip si legge: “Il vaccino Tdap è molto sicuro da usare durante la gravidanza. Una revisione sistematica del 2017 di studi principalmente osservazioni su Tdap somministrato a donne in gravidanza non ha identificato alcun aumento degli esiti significativi della madre, del bambino o della gravidanza, anche tra donne che avevano ricevuto Tdap o altri vaccini contenti tetano negli ultimi 5 anni”.
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