Solo il ginecologo può valutare la reale necessità di mangiare meno.

Ridurre da sole le calorie quotidiane può essere nocivo per la salute di mamma e bambino

Sentirsi in forma in gravidanza è importante, ma forse lo è molto di più non prendere troppi chili: a parte la difficoltà di smaltirli dopo il parto (per quanto l’allattamento sia un ottimo aiuto), il rischio è quello di andare incontro a problemi di salute (per mamma e piccolino) già durante le 40 settimane. E la domanda dunque può essere legittima: ma è possibile seguire una dieta dimagrante col pancione?

Facciamo una prima fondamentale distinzione. Una cosa è mangiare sano, evitando cibi ipercalorici o “spazzatura”, altra cosa è una dieta restrittiva finalizzata a perdere chili o comunque a non ingrassare troppo. In gravidanza, il secondo caso è molto delicato e di certo non si può improvvisare. Iniziare ad esempio ora la dieta che si è fatta tanto tempo fa, facendo di testa propria, può veramente costituire un pericolo.

Insomma, solo il ginecologo potrà suggerire o prescrivere una dieta nei casi che ritiene necessari. Quali sono? Se si è in forte sovrappeso, perdere dei chili può essere giusto per proseguire al meglio la gravidanza, mentre se si soffre di glicemia alta o addirittura di gestosi, la dieta sarà importantissima per tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue. In questo caso, alla donna incinta potrebbero essere vietati alcuni alimenti, come i carboidrati (pane, pasta, patate) e i dolci.

In gravidanza (e non è molto diverso in generale), l’alimentazione riveste un ruolo primario e la regola d’oro dovrebbe essere una: nutrirsi in modo sano, senza far mancare nulla a sé e al proprio piccolo. Questo significa mangiare un po’ di tutto: proteine (anche animali, se non si è vegetariane), grassi (possibilmente quelli insaturi, cioè quelli “buoni”, contenuti per esempio nell’olio d’oliva crudo), legumi, frutta, pesce, verdura.

Un altro suggerimento è quello di prestare attenzione ai metodi di cottura: è superfluo dire che la frittura andrebbe evitata, mentre vanno predilette altre metodiche, come la cottura alla griglia, al vapore, al forno. E occhio ai condimenti troppo elaborati.

Vedersi “grasse” in questo periodo può succedere: durante i fatidici 9 mesi, il corpo si trasforma, ma non accettarlo e mettersi a dieta facendo un po’ come si vuole non è la soluzione migliore. Decidere autonomamente di privarsi ad esempio della pasta per non ingrassare o della carne perché “fa male” può essere controproducente. Piuttosto, è utile contenere le porzioni di ciò che si mangia. Tra l’altro, i pasti piccoli e frequenti possono essere un alleato contro la nausea delle prime settimane, insieme al magnesio.

La parola d’ordine però è una e una soltanto: farsi guidare dal proprio ginecologo. Lui sa di cosa ha bisogno una mamma in dolce attesa e sarà in grado (magari con il supporto di altri specialisti, come dietisti e nutrizionisti) di farla mangiare nella maniera più corretta, modulando l’alimentazione o prescrivendo una dieta qualora fosse necessaria.

E infine attenzione. Negli ultimi anni, si assiste ad un boom di persone (“coach”) che si sentono “professionisti dell’alimentazione” e che suggeriscono e sponsorizzano online programmi alimentari che puntano al benessere proponendo prodotti a base di frutta e verdura (ad esempio, capsule con vegetali liofilizzati), bevande vegetali e cose simili che promettono “miracoli estetici”.

Vero è che, nella maggior parte dei casi, l’origine di questi prodotti è nel mondo della natura e quindi non dovrebbero far male, ma è anche vero che in gravidanza gli occhi vanno tenuti ben aperti. Nel caso in cui si stia seguendo uno di questi programmi quando si rimane incinta, è consigliabile parlarne col proprio ginecologo, spiegando di cosa si tratta e mostrandogli i prodotti. Sarà lui a valutarne l’utilità o l’eventuale pericolosità e a dare il via libera alla loro prosecuzione durante la gravidanza.