Le cause sono molte: dalla familiarità ai cambiamenti ormonali

Le prime due cose su cui intervenire sono peso e sedentarietà

Tra i vari inestetismi che possono comparire col pancione (ma che ogni donna sopporta per amore del bambino che porta in grembo) ci sono anche i capillari che, più o meno improvvisamente, diventano evidenti, creando dei reticoli violacei su gambe, pancia, viso. I capillari in gravidanza originano da un problema venoso, ma non devono destare particolare preoccupazione. Nella maggior parte dei casi vanno via da soli dopo il parto. È comunque opportuno cercare di prevenirli o, se già hanno fatto capolino, di migliorarli.

Tutti li chiamano molto familiarmente capillari, ma il termine scientifico e quindi corretto è teleangectasie. Compaiono sotto lo strato più superficiale della pelle e sono di colore blu-viola. Spesso i capillari sono fragili, tendono cioè a rompersi facilmente, provocando macchie ed ematomi, che certo belli da vedere non sono. Soprattutto in gravidanza si deve agire a monte del problema, rinforzando i piccoli vasi sanguigni ed evitando che si dilatino, fino a spaccarsi.

Capillari in gravidanza: quali sono le cause

Le ragioni per cui queste venuzze diventano evidenti sono diverse. Durante la gestazione il sangue si modifica, aumenta di volume, diventa più denso e la circolazione rallenta. Inoltre, il pancione esercita una pressione soprattutto sugli arti inferiori: il sangue fatica a ritornare verso il cuore e i liquidi ristagnano e sforzano i vasi sanguigni. È facile quindi intuire come mai diventano così evidenti: la “colpa” è del microcircolo, che diventa meno efficiente.

Chi soffre di capillari in gravidanza spesso ha qualche parente stretto che presenta lo stesso disturbo, magari la madre o una sorella. Esiste infatti una certa familiarità, oltre che una predisposizione genetica.

C’è poi il fattore ormonale, che non è secondario. Gli estrogeni – abbondantissimi in questo periodo – rendono le pareti dei vasi più deboli e permeabili, accentuando quindi la stasi venosa e linfatica. Altre cause sono la vita sedentaria e il sovrappeso, elementi su cui si può intervenire facilmente.

Fragilità capillare in gravidanza

La fragilità capillare è un problema molto diffuso, specie nella popolazione femminile. Le cause possono essere numerose, benigne o patologiche. Spesso coesistono predisposizioni genetiche, deficit nutrizionali (in particolare di vitamina C e avitaminosi P), temporanee alterazioni ormonali (come appunto la gravidanza) e scorrette abitudini comportamentali (eccessiva esposizione al sole, inattività fisica, sovrappeso, obesità e stress).
Meno numerose sono invece le donne che soffrono di fragilità capillare per patologie (sindrome di Ehlers, sindrome di Marfan) o per cause iatrogene (come nelle terapie con corticosteroidi). La pillola anticoncezionale e la gravidanza possono, in alcune donne predisposte, accentuare il problema.

La fragilità capillare si manifesta con la comparsa di macchie emorragiche (petecchie, ecchimosi, ematomi), soprattutto sul viso e sulle gambe.

Capillari rotti sul pancione

I capillari in gravidanza si presentano frequentemente anche sulla pancia, creando una specie di “rete” di piccolissime vene, che di solito neanche si vedono. In effetti, normalmente l’addome non è una tipica sede delle teleangectasie, mai in gravidanza il discorso cambia. La pelle “tirata” le rende certamente più visibili. In genere, sono destinate a scomparire dopo il parto, come tutti gli altri capillari.

Capillari in gravidanza: come prevenirli

Le mosse da attuare per prevenire la comparsa di queste venuzze in gravidanza sono molte e non particolarmente complesse:

  • tenere sotto controllo il peso: è il primo importante passo da fare. E forse anche il più difficile, considerato che durante la gravidanza è facile metter su chili. Il peso però incide negativamente sulla salute delle vene e quindi non si deve esagerare.
  • Sana alimentazione: la gestazione non è certo il momento adatto per mettersi a dieta, ma è importantissimo mangiare bene. Le vitamine sono basilari per il benessere del microcircolo e dunque a tavola non devono mancare frutta e verdure fresche.
  • Intestino in ordine: apparentemente potrebbe sembrare che l’intestino non abbia alcun legame con i capillari e invece non è così. La regolarità intestinale consente di non avere problemi di tipo venoso, ad esempio di emorroidi, e quindi la stipsi va contrastata con uno specifico integratore contro la stitichezza.
  • Fare movimento: come detto, la sedentarietà è un ottimo lasciapassare per i capillari in gravidanza. L’attività fisica dà grande giovamento perché rende il sangue più fluido e combatte la ritenzione idrica. Non occorre strafare: una passeggiata al giorno di almeno mezzora e a passo svelto (compatibilmente con la pancia) darà già ottimi risultati.
  • Attenzione al sole: in estate bisognerebbe evitare di stare per ore in “modalità lucertola” ad abbronzarsi. Il calore intenso peggiora i disturbi venosi. Ecco perché in gravidanza andrebbe evitata la ceretta a caldo, che rischia di aumentare la fragilità capillare.
  • Sì all’acqua fredda: aiuta la vasodilatazione. Quando si fa la doccia è utile quindi alternare sulle gambe spruzzi caldi e freddi, in modo da favorire il normale flusso del sangue.
  • Calze elastiche: sono calze a compressione graduale che esercitano una specie di massaggio alla gamba, riattivando la circolazione. Ne esistono di vario tipo con pressione diversa, ma vanno consigliate dal ginecologo o da un flebologo.

Rimedi per capillari in gravidanza

Se per la prevenzione è ormai troppo tardi e il famigerato reticolo violaceo si è già presentato, bisogna cercare rimedio. Sicuramente si deve intervenire su tutti i fattori che peggiorano il disturbo, come la sedentarietà, l’eccesso di peso, l’alimentazione scorretta. Questa è in assoluto la prima cosa da fare.

In secondo luogo ci si può affidare ad un integratore per rafforzare i capillari o, per meglio dire, per migliorare in generale il microcircolo venoso. Un prodotto efficace è a base di venocin®. Tra i suoi componenti c’è l’estratto di ippocastano, ricco di escina, una sostanza molto efficace nel trattamento dell’insufficienza venosa cronica, che può scatenare i capillari in gravidanza.

Inoltre, gli Omega-3, 6 e 9 influiscono in modo positivo sulla funzionalità delle membrane cellulari, rendendole più fluide e permeabili: ciò significa che non si verifica ristagno di liquidi tra le cellule. All’elasticità delle membrane cellulari contribuisce anche l’olio di borragine newMEGA, mentre la bromelina, contenuta nell’estratto di gambo di ananas, ha proprietà drenanti.

Laser per i capillari in gravidanza: sì o no?

Un trattamento estetico che frequentemente viene adottato per eliminare le teleangectasie è il laser. I suoi risultati sono soddisfacenti, ma non è una procedura adatta alla gravidanza. O meglio: in linea teorica, trattandosi di un trattamento mirato e superficiale, potrebbe anche essere fatto, ma nella pratica non viene eseguito.

I motivi per cui il laser per i capillari in gravidanza è sconsigliato sono due: innanzitutto perché i cambiamenti ormonali potrebbero influire negativamente sul risultato finale del trattamento. E poi perché nella maggior parte dei casi i capillari delle donne incinte tendono a scomparire dopo il parto, cosa che rende inutile intervenire in maniera così drastica durante la gestazione.