A volte si presentano in anticipo: un aiuto dal magnesio.

Verso la fine della gravidanza iniziano quelle preparatorie, ben diverse da quelle del parto 

Quante volte un donna incinta si chiede: “Oh mio Dio… e se non so capire quando arrivano le contrazioni giuste?! Come faccio a sapere quando è il momento di andare in ospedale?! Partorirò in mezzo alla strada o in casa?!”. A fine gravidanza, la paura di non riconoscere le contrazioni del parto è normale, in modo particolare per qualunque donna alla sua prima esperienza. E allora cerchiamo insieme di capirne qualcosa in più e di sbarazzarci dei timori.

Le contrazioni uterine possono già presentarsi durante la gestazione. Talvolta sono fisiologiche: indicano che l’utero si sta preparando al parto. Queste sono del tutto normali, non provocano particolare dolore, ma solo una sensazione di indurimento della pancia. E sopratutto sono irregolari: potreste sentirne una e poi stop per l’intera giornata, oppure avvertirne diverse ma solo ogni tanto.
Sono conosciute come contrazioni di Braxton-Hicks e possono presentarsi già a partire dal sesto-settimo mese di gravidanza, qualche volta anche prima. Fatelo presente al vostro ginecologo, ma come detto si tratta di un fenomeno che non deve preoccupare (a meno che non siano troppo ravvicinate).

Ecco quindi la prima caratteristica delle contrazioni “vere”, quelle che indicano che il parto potrebbe essere vicino: la regolarità. Man mano che il tempo passa, queste contrazioni sono più ravvicinate, ad intervalli di tempo sempre uguali: ogni 10 minuti, per esempio, poi ogni 6, 5, 3. A questo punto è consigliabile mettersi in macchina e andare in ospedale.

Una delle domande che passano per la testa di ogni mamma in attesa è: ma che tipo di dolore si prova? Le contrazioni ricordano molto i crampi mestruali, ma sono di intensità maggiore. Possono partire dal basso ventre e irradiarsi alla schiena, oppure viceversa: potreste avvertire il dolore prima da dietro e dopo “abbracciare” il davanti.

La contrazione comincia debolmente, poi raggiunge un picco alto e infine sfuma fino a scomparire. Quanto può durare? All’inizio pochi secondi, ma poi aumenta fino a 40-60 secondi nelle ultime fasi del travaglio.

Le contrazioni si avvertono anche dall’esterno: se mettete una mano sul pancione, lo sentirete indurirsi man mano che la sensazione dolorosa cresce. Appena termina la contrazione, l’addome torna ad essere morbido.

Se le contrazioni sono quelle del parto non passano facilmente: provate una doccia o un bagno caldo. Se il dolore è ancora lì forse ci siete. Lo stesso vale per i farmaci antispastici: non servono praticamente a nulla. E nemmeno se cambiate posizione il dolore diminuisce.

Oltre alle contrazioni, il travaglio potrebbe essere imminente se ci sono perdite (di muco – il famoso tappo – o di sangue) oppure se si rompono le membrane. Prima di scappare in ospedale fate una telefonata al ginecologo o all’ostetrica.

In alcuni casi, le contrazioni possono verificarsi durante il primo periodo di gravidanza e non è un bene. Talvolta è solo l’utero che si assesta dopo l’impianto dell’embrione, altre volte può essere la spia di una minaccia di aborto, soprattutto se contestualmente ci sono delle perdite.

In caso di contrazioni precoci potrebbe essere imposto di rimanere a riposo e di assumere del progesterone (in ovuli o iniezioni). Per contrastare le contrazioni, molto utile può essere anche il magnesio perché è in grado di modulare il tono muscolare. Un apporto adeguato di magnesio aiuta l’utero a rilassarsi e quindi a scongiurare il pericolo di un parto prematuro. Scegliete un prodotto moderno a base di citrati: l’organismo assorbirà il magnesio molto più in fretta e meglio.