L’età può comportare qualche problema alla mamma e al feto.

Una buona regola è quella di affidarsi ad un bravo ginecologo, che possa dare i consigli migliori

L’Italia è uno dei Paesi europei con le mamme più “vecchie”. Rispetto a tante altre nazioni, da noi è molto frequente sentire parlare di una gravidanza dopo i 35 anni che è l’età che viene un po’ considerata uno spartiacque: da questo momento infatti è innegabile che qualche rischio in più c’è, sia per la mamma che per il feto. Però, facendosi seguire nel modo giusto, i pericoli possono essere senza dubbio ridotti.

Le motivazioni che fanno posticipare una gravidanza dopo i 35 anni possono essere tanti: si aspetta la realizzazione sul lavoro, la stabilità economica oppure l’uomo giusto con cui fare un figlio. Qualunque sia il motivo, questa eventualità accade sempre più spesso e vedere dal ginecologo una donna col pancione e qualche ruga in più non è affatto strano.

Iniziamo con un primo problema, che è quello della fertilità. Le probabilità di avere un figlio sono nettamente più alte in una donna giovane, mentre già dopo i 30 anni la capacità procreativa si riduce. Questo perché diminuisce il numero degli ovociti e quindi dei cicli ovulatori. Ecco quindi spiegato perché, man mano che l’età avanza, per restare incinta può volerci più tempo e perché è frequente il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Inoltre, col tempo anche gli spermatozoi dell’uomo perdono vigore e rischiano di “fallire”.

Una gravidanza dopo i 35 anni comporta possibilità in più che il feto abbia un difetto genetico. Prendiamo il caso della sindrome di Down: a 20 anni il rischio è di 1/1667, a 30 è di 1/952, a 35 di 1/385, a 40 anni è di 1/106. Anche l’incidenza di altre anomalie genetiche cresce con l’aumento dell’età materna ed è per questa ragione che, se a 20 anni l’amniocentesi viene consigliata solo in casi rari, dopo i 35 diventa praticamente di routine.

Un altro rischio da considerare è quello dell’aborto spontaneo, pure questo correlato all’età della mamma. Tra 20 e 30 anni questo evento interessa il 10% delle gravidanze, tra 35 e 39 si arriva al 20%, tra 40 e 41 al 35%, mentre dopo i 45 anni si arriva al 50%.

Per il feto i rischi sono diversi. Sono più frequenti:

  • Parto pretermine.
  • Basso peso alla nascita.
  • Mortalità fetale o al momento del parto.
  • Sofferenza intrauterina.
  • Presentazioni atipiche al parto (esempio, podalica).

Ma anche la donna che intraprende una gravidanza dopo i 35 anni può andare incontro a qualche rischio. Le complicazioni che possono verificarsi più spesso sono:

  • Gestosi.
  • Ipertensione.
  • Diabete gestazionale.
  • Problemi cardiocircolatori.
  • Placenta previa.
  • Emorragie.
  • Distacco di placenta.
  • Aumento eccessivo di peso.

E quindi che fare? Rinunciare a una gravidanza dopo i 35 anni? Se il proprio desiderio è questo, ma perché non assecondarlo? Questo post vuole solo rendere un po’ più consapevoli, ma non è affatto detto che i problemi di cui abbiamo parlato poi debbano verificarsi. Anzi: la maggior parte delle gestazioni “over 35” procede senza alcun intoppo.

Certo, se si programma una gravidanza dopo i 35 anni è giusto prepararsi bene, affidandosi ad un bravo ginecologo che possa dare i giusti consigli (compresa un’eventuale consulenza genetica). È corretto sottoporsi ad alcuni esami per valutare il proprio stato di salute generale (molte delle complicanze di una gravidanza dopo i 35 anni sono collegate ad una condizione non proprio ottimale della donna), perdere peso se necessario, correggere alcune abitudini sbagliate (come il fumo), iniziare già in fase preconcezionale l’acido folico che protegge da alcuni problemi (meglio scegliere la forma più moderna e attiva, in grado di essere assorbita completamente dall’organismo). E dopo di che… godersi questa avventura meravigliosa!