Utilissimo nella prevenzione del tumore del collo dell’utero

Tutte le donne fino alla menopausa dovrebbero farlo 

È un esame semplice, non doloroso e molto molto importante perché potenzialmente può salvare la vita a chi vi si sottopone. Parliamo del Pap test, una metodica utilizzata per lo screening del tumore al collo dell’utero, oltre che per la diagnosi di altri fastidi ginecologici. La sua origine risale agli anni Venti quando il medico greco George Nicholas Papanicolaou pubblicò un articolo scientifico: era il 1923. Solo negli anni ’40 questa tecnica iniziò ad essere usata nella pratica clinica, prendendo il nome dalle iniziali del cognome del suo inventore. Vediamo tutto quello che c’è da sapere. 

Cos’è il Pap test

Il Pap test è un esame di screening finalizzato alla ricerca di cellule tumorali, anche precoci, nella cervice uterina oppure di alterazioni cellulari che, in futuro, potrebbero trasformarsi in una neoplasia. Dalla sua introduzione nei programmi di prevenzione nella popolazione femminile il numero di diagnosi di tumori del collo dell’utero si è ridotto, anche se non si può mai abbassare la guardia. 

Chi deve sottoporsi al Pap test

Il Pap test interessa ogni donna, anche coloro che sono in buona salute e non presentano disturbi particolari. In generale, si fa a partire dall’inizio dell’attività sessuale o comunque dai 25 anni d’età. In alcuni specifici casi, potrebbe essere consigliabile anche prima, ad esempio se c’è una familiarità per tumore del collo dell’utero. Le ragazze vergini possono sottoporsi senza problemi al Pap test: basterà comunicarlo al medico che prenderà particolari precauzioni nell’esecuzione.

Anche le donne in menopausa e comunque almeno fino ai 65 anni, indipendentemente dall’attività sessuale, devono fare il Pap test per verificare che non ci siano anomalie cellulari.  

Pap test: ogni quanto si fa

A meno che non ci siano indicazioni diverse da parte del ginecologo, il Pap test andrebbe fatto ogni 3 anni.

Come si esegue il Pap test

La donna viene invitata ad assumere la classica posizione della visita ginecologica. È quindi distesa a pancia in su, con le gambe divaricate e poggiate sui supporti del lettino. Il medico utilizza uno speculum, uno strumento che dilata leggermente l’apertura vaginale. Può essere in metallo o, più frequentemente, di plastica rigida (dà meno fastidio e garantisce maggiore comfort alla paziente). 

Vengono poi inserite una sorta di spatola e una specie di lungo cotton fioc che servono a prelevare un campione di muco e cellule dal canale cervicale e dal collo dell’utero. Questo materiale sarà poi inviato al laboratorio per l’esame citologico delle cellule. Queste vengono esaminate con particolari metodi di colorazione e un programma computerizzato. 

L’esame è molto veloce: solo una manciata di minuti. Non è doloroso, al massimo solo fastidioso.

Cosa individua il Pap test

Come detto, questa tecnica permette di riconoscere cellule di lesioni precancerose (che quindi precedono l’insorgenza di un tumore alla cervice uterina) oppure lesioni tumorali già presenti. Queste ultime vengono poi diversificate in stadi diversi.

L’osservazione del campione prelevato può indicare: 

  • cellule normali.
  • Elementi cellulari affetti da una alterazione benigna (ad esempio, per una banalissima infezione).
  • Cellule alterate per un processo infiammatorio.
  • Elementi cellulari tipici della menopausa.
  • Cellule anomale.

Le alterazioni cellulari possono essere superficiali oppure interessare via via strati più profondi.

Pap test e tumore del collo dell’utero

Il principale responsabile di questo tipo di cancro è il Papilloma virus umano (Hpv) o, per essere più precisi, alcuni ceppi. La famiglia degli Hpv è molto vasta, ma non tutti i tipi sono oncogeni, cioè causa di tumore. Nella maggior parte dei casi, le infezioni da Hpv si risolvono spontaneamente, senza necessità di alcun trattamento. La trasmissione di questo virus avviene per via sessuale. Ecco dunque chiarito perché si consiglia di sottoporsi al Pap test quando si cominciano ad avere rapporti sessuali.

Da qualche anno, è partita in Italia una campagna di vaccinazione di tutte le ragazzine contro l’Hpv. Si tratta di 3 somministrazioni. Recentemente viene offerta gratuitamente anche ai maschi, con l’obiettivo di una copertura maggiore. Le percentuali non sono altissime, soprattutto in alcune regioni del nostro Paese. È giusto però sottolineare che il vaccino copre solo dai ceppi più oncogeni, quindi è una protezione relativa e bisogna sempre fare molta attenzione. 

Preparazione al Pap test

Nelle 48 ore precedenti è opportuno:

  • astenersi dai rapporti sessuali (potrebbero inficiare il risultato).
  • Non usare deodoranti intimi.
  • Evitare prodotti spermicidi, lavande, ovuli, creme, gel o schiume vaginali: se si segue una cura specifica, è il caso di farlo sapere al medico in anticipo. 

L’unica controindicazione al Pap test sono le mestruazioni. L’esame va quindi programmato dopo la fine della fase mestruale o una settimana prima del suo inizio.

Pap test in gravidanza

Anche col pancione il Pap test può certamente essere eseguito. È anzi molto importante per escludere che ci siano infezioni o disturbi di vario genere che potrebbero nuocere al feto. È quindi il caso di parlarne col ginecologo. Oltretutto rientra tra gli esami gratuiti in gravidanza.