Il disturbo può sfociare in preeclampsia, problema da non sottovalutare.

Non sempre servono i farmaci: la prima fondamentale regola è quella di ridurre il sale a tavola

Nel corso di una gravidanza normale (cioè senza particolari complicanze), le modificazioni che avvengono a livello cardiovascolare sono notevoli e anche la pressione arteriosa può variare sensibilmente. Solitamente, quando è bassa non desta particolare preoccupazione, viceversa se si alza al di sopra dei livelli normali: in questo caso, si parla di ipertensione arteriosa. La pressione alta è un disturbo che va tenuto sotto stretto controllo. Vediamo perché.

In genere, nel primo trimestre la pressione arteriosa tende a scendere, raggiunge un picco nel secondo, per poi tornare ai livelli normali prima della gravidanza. In alcuni casi però può subentrare un aumento esagerato ed è in questo caso che si ha ipertensione arteriosa. In generale, il valore che viene considerato limite per la diagnosi di pressione alta è maggiore o uguale a 140/90 mmHg.

In gravidanza la pressione alta può essere classificata in 4 modi:

Ipertensione cronica.
Ipertensione transitoria (gestazionale).
Preeclampsia.
Ipertensione cronica con sovrapposta preeclampsia.

Chi soffre di ipertensione cronica ha la patologia già prima della gravidanza o viene diagnosticata prima della 20esima settimana di gestazione. Questa condizione complica l’1-5% di tutte le gravidanze. A seconda del livello di pressione alta e comunque nelle forme più lievi, le donne ipertese che seguono una terapia antipertensiva talvolta possono ridurre la dose del trattamento o addirittura sospenderlo, sotto stretto controllo medico. Ma non sempre ciò è possibile.

Per ipertensione transitoria si intende lo sviluppo di pressione alta durante la gravidanza oppure nelle 24 ore successive al parto senza che ci siano altri segni di preeclampsia o di ipertensione cronica. L’aumento della pressione di solito è modesto e di breve durata, ma può ripresentarsi nelle gravidanze successive e diventare fattore di rischio per una eventuale ipertensione cronica. È molto importante controllare costantemente queste pazienti.

Cosa diversa e più seria è la preeclampsia (o gestosi), una complicanza che interessa il 5% delle gravidanze. La pressione alta è solo uno dei sintomi di questo problema, che si presenta anche con proteine nelle urine ed edema (gonfiori ai piedi, alle mani e al viso). Se ci sono questi segnali, soprattutto dopo la 20esima settimana, bisogna rivolgersi tempestivamente al proprio ginecologo: le conseguenze della gestosi possono essere importanti per la mamma e per il bambino.

Secondo alcune stime, il 25% delle donne che soffre di ipertensione legata alla gestazione va incontro a gestosi. Un quarto dei bambini nati da madri con preeclampsia hanno basso peso alla nascita, un terzo nasce pretermine. In ogni caso, l’ipertensione predispone ad una minore crescita fetale.

Per ridurre i livelli di pressione alta non sempre è necessario prendere dei farmaci. A seconda del grado di patologia però è importante una collaborazione tra più specialisti che metteranno a punto la strategia migliore. Di sicuro, in caso di pressione alta, è necessario modificare alcune regole di vita.

Ridurre il sale a tavola è certamente la prima cosa da fare per prevenire i disturbi o per ridurli qualora si siano già presentati. È risaputo che una dieta iposodica è amica del cuore. Lo stesso vale per l’alcol e il fumo di sigaretta: vanno banditi in gravidanza o quantomeno ridotti al minimo. Potrebbero essere consigliati anche riposo e eventuale astensione dal lavoro.

Un aiuto nella prevenzione della pressione alta e, in particolare, della gestosi potrebbe arrivare dalla vitamina D, che già ha dimostrato importantissimi benefici per la salute (ne abbiamo scritto QUI). Gli studi sono ancora in fase sperimentale, ma i risultati sembrano promettenti. Una metanalisi che ha preso in considerazione 15 ricerche (per un totale di 2.833 donne coinvolte) ha confermato che le gestanti che assumevano vitamina D avevano un rischio minore di andare incontro a preeclampsia.

Come detto, le conclusioni non sono ancora definitive però ci sono altri studi inglesi che suggeriscono che la vitamina D possa diminuire il rischio di soffrire di ipertensione in gravidanza. Un buon motivo in più per assumere questa preziosissima vitamina, un vero toccasana per il nostro benessere.