È la paura più grande di ogni mamma in attesa
Le cause di un’interruzione di gravidanza possono essere tante: su alcune si può cercare di intervenire
La paura di un aborto spontaneo accomuna tutte le donne in gravidanza. Appena il test appare positivo scatta in maniera inconscia il terrore di perdere il proprio bambino e, anche se di certo non è un argomento piacevole, è giusto parlarne, un po’ per avere maggiore consapevolezza e un po’ per cercare di allontanare i timori che attanagliano le future mamme.
Per aborto spontaneo si intende l’interruzione non volontaria di una gravidanza. A differenza di quello che si potrebbe pensare, è un evento che accade molto spesso: circa il 15-20% delle gravidanze si conclude in modo negativo. Le donne a cui capita quindi sono parecchie e già solo per questo motivo non devono sentirsi sole.
L’aborto spontaneo si verifica più di frequente nel primo trimestre: dopo la 13esima settimana le probabilità si riducono, ma è giusto sottolineare – e non per fare terrorismo – che la certezza assoluta non c’è mai. Esistono però alcuni fattori di rischio:
- età della mamma: più è elevata, maggiore è il pericolo di andare incontro ad un’interruzione della gravidanza (sotto i 30 anni è del 10%, dopo i 45 sale a circa il 40%).
- Fumo.
- Droghe.
- Alcol.
- Obesità.
Ci sono poi delle condizioni particolari che possono aumentare il rischio di un aborto spontaneo:
- infezioni (ad esempio, rosolia, citomegalovirus, toxoplasmosi e Hiv).
- Ipertensione.
- Diabete.
- Malattie renali.
- Problemi alla tiroide.
Discorso diverso riguarda le cause. Nella maggior parte dei casi di aborto spontaneo, la ragione non è nota o proprio non c’è. Spesso c’è un’anomalia del feto (per lo più cromosomica) oppure un problema di salute della mamma (ad esempio all’utero). Nel caso di aborti spontanei ricorrenti (cioè che avvengono più volte), il ginecologo potrebbe prescrivere degli esami approfonditi per cercare di risalire alle motivazioni.
Una delle cause di aborto spontaneo è un livello eccessivo di omocisteina nel sangue, un aminoacido molto importante per la salute e ancora di più durante la gravidanza. È quindi un parametro da valutare con attenzione quando si fanno gli esami, per evitarne l’eccesso.
Per scongiurare l’accumulo di omocisteina nel sangue e quindi ridurre il rischio di un aborto spontaneo, in gravidanza è fondamentale assumere con regolarità le vitamine del gruppo B. La B6, la B12 e la B9 (acido folico) sono in grado di regolare i livelli di omocisteina nel sangue.
Inoltre, la B3 (niacina) e la D3 sono pure molto importanti. La prima, in particolare, ha dimostrato in diversi studi di ridurre l’insorgenza di malformazioni congenite, che possono essere alla base di un’interruzione di gravidanza. Un’altra ricerca ha evidenziato che la vitamina D3 ha un ruolo protettivo soprattutto in caso di aborti spontanei ricorrenti. Ecco quindi che assumere un integratore che abbia tutte queste componenti (aggiungendo anche il magnesio, che regola eventuali contrazioni) diventa importantissimo per condurre una gravidanza serena sino al termine.
Ma come accorgersi che qualcosa non sta andando per il verso giusto? Non sempre l’interruzione della gestazione dà sintomi e ci si rende conto che si è fermata durante una visita di routine dal ginecologo oppure perché l’ormone beta Hcg non cresce. Altre volte invece possono esserci diversi segnali: perdite di sangue, dolori mestruali, crampi, contrazioni. Soprattutto nelle prime settimane, in presenza di questi sintomi, bisogna allertare immediatamente il medico.
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