È stato inserito nel Decreto fiscale collegato alla Manovra economica

Novità dal secondogenito: l’assegno sarà maggiorato del 20 per cento

Nuovo importante passo avanti verso il Bonus bebè per il 2019. Dopo il paventato ritiro della misura (poi fortunatamente rientrato) e le rassicurazioni del ministro per la Famiglia e la disabilità Lorenzo Fontana, il famoso “assegno di 80 euro” per famiglie a basso reddito sembra sempre più realtà.

Il Bonus bebè infatti è stato inserito nel Decreto fiscale collegato alla manovra e approvato con il cosiddetto emendamento Omnibus in Commissione Finanze del Senato il 26 novembre. Ora passa all’esame dell’Aula, ma a questo punto non dovrebbero più esserci brutte sorprese: questo sostegno così tanto atteso da moltissime famiglie italiane dovrebbe essere salvo per il 2019. Per la conferma definitiva si deve aspettare l’approvazione della Legge di Stabilità entro fine anno.

Bonus bebè 2019: come sarà

Questa misura del governo punta a sostenere chi decide di avere un bambino: qualunque azione in questo senso è la benvenuta in Italia, Paese sempre più popolato da anziani e in cui si fanno – per moltissime ragioni – sempre meno figli.

Come per l’anno in corso, il Bonus consiste in una cifra mensile corrisposta ai nuclei familiari che hanno un reddito complessivo, certificato con modello Isee, non superiore a 25.000 euro. Oltre a chi già percepisce il Bonus, questo sarà valido per i bambini nati, adottati o in affido preadottivo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019 e per il primo anno di età oppure per il primo anno di ingresso in famiglia.

Sono previste due fasce di reddito con importi diversificati:

  1. reddito fino a 7.000 euro: l’assegno mensile è di 160 euro (per un totale annuo di 1.929 euro).
  2. Reddito da 7.000 a 25.000 euro: l’assegno mensile è di 80 euro (per un totale annuo di 960 euro).

La cifra stanziata dal governo è di circa 440 milioni di euro e si stima che i beneficiari saranno 280.000.

Una novità: soldi in più dal secondo figlio

Mentre non cambiano le fasce di reddito, gli importi, le caratteristiche dei beneficiari e i modi per presentare domanda, una novità riguarda i figli successivi al primo. Dal secondo bambino in poi l’assegno sarà maggiorato del 20%.

L’importo annuo per chi ha un reddito da 7.000 a 25.000 euro sarà quindi di 1.152 euro (con un assegno mensile di 96 euro), mentre per chi ha un Isee inferiore a 7.000 l’importo totale è di 2.314,80 euro (192,9 euro al mese).

Durata del Bonus bebè

A quanto sembra, come per l’anno in corso, il provvedimento avrà validità di un solo anno.
Solo il primo anno dall’introduzione del Bonus, cioè nel 2015, la durata era di tre anni, poi è stata ridotta ad uno soltanto. E visto che all’inizio si pensava che non sarebbe neanche stato rinnovato forse è meglio accontentarsi per il momento.

Come richiedere il Bonus bebè

La domanda va presentata entro 90 giorni dalla nascita del bambino oppure dal suo ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento preadottivo. Se l’istanza viene richiesta oltre questo termine, l’assegno parte dal mese in cui si è presentata.

Requisiti per il Bonus bebè sono:

  • cittadinanza italiana, di uno Stato dell’Unione europea o permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
  • Residenza in Italia.
  • Convivenza con il figlio
  • Isee del nucleo familiare del richiedente (o del minore se fa nucleo a sé perché affidato), non superiore a 25.000 euro al momento di presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio.

La domanda si può presentare:

  • online all’Inps.
  • Tramite Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile.
  • In enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici.

Bonus bebè e rinnovo Isee

Per ottenere regolarmente il Bonus bebè è necessario che il proprio modello Isee sia sempre aggiornato. Questa operazione va fatta ogni anno entro il 15 gennaio, altrimenti il pagamento del Bonus viene interrotto. Il modello Isee è soggetto a controlli periodici da parte dell’Agenzia delle Entrate. Qualora si riscontrassero delle incongruenze, il pagamento del Bonus bebè può essere ritardato o sospeso.

Per scoprire le altre misure a sostegno della famiglia proposte dal governo cliccare QUI.