È uno degli “stratagemmi” per riuscire prima nell’impresa di diventare genitori.

In questo modo, si possono avere rapporti sessuali non protetti “mirati” nei giorni in cui si sta ovulando e si può avere qualche chances in più di raggiungere l’obiettivo di avere una gravidanza.

Prima di capire come si calcola l’ovulazione, è meglio fare una piccola ma fondamentale premessa. È stato provato che solo il 25 per cento delle donne resta incinta al primo “tentativo”, mentre per il 60 per cento la bella notizia arriva entro tre mesi di rapporti non protetti. In linea generale però è più probabile avere una gravidanza entro un anno dalla prima prova.

Quindi, per qualche mese le cose potrebbero non andare esattamente secondo i piani, ma lo stress gioca contro sempre e comunque.
L’ovulazione è un fatto piuttosto soggettivo perché dipende dalla durata del ciclo. Si può dire che l’ovulazione avviene tra il decimo e il 15esimo giorno di un ciclo di 28 giorni, ma come detto non è un dato assoluto.

Come calcolare l’ovulazione in modo attendibile e quindi sapere quali sono quei 5-6 giorni in cui si è più fertili? Innanzitutto, c’è la tecnologia, ad esempio dalla app My Fertility (per iOS e Android) che, oltre a calcolare l’ovulazione, consente di fare molte cose, dall’analisi del muco cervicale (che cambia a seconda della fase del ciclo e quindi dare indicazioni abbastanza precise su quando c’è ovulazione) al calcolo dei giorni fertili. In maniera molto semplice, viene presentato tutto il ciclo fase per fase e indicati in verde i giorni in cui è probabile che ci sia ovulazione.

Inoltre, è possibile inserire anche i dati degli esami di laboratorio che sono stati eseguiti, ad esempio i dosaggi ormonali, i classici test preconcezionali o quelli per valutare la qualità dello sperma del partner. In questo modo si può fare un’analisi in base ai valori riscontrati.

Un metodo alternativo è quello della temperatura basale. Va misurata con un apposito termometro. La misurazione va fatta partendo dal primo giorno delle mestruazioni o immediatamente dopo e la temperatura rilevata va segnata con precisione massima (cioè anche con i decimi di grado). La temperatura va presa di mattina, possibilmente sempre alla stessa ora e dopo aver dormito diverse ore di fila.

Nella fase follicolare del ciclo, la temperatura è più bassa, poi scende per un giorno per risalire nella cosiddetta fase luteinica. L’abbassamento e il successivo rialzo termico indicano l’ovulazione, confermata dopo tre giorni di temperatura più alta. Questa rimane tale fino a qualche giorno prima delle mestruazioni, quando scende di nuovo.

Riassumendo: se il ciclo è ovulatorio, il grafico sarà bifasico con temperatura più bassa nella fase luteinica che poi si alza di circa 3 decimi di grado; se invece è anovulatorio, la temperatura è costante durante tutto il ciclo oppure ha un andamento irregolare.

È chiaro che la temperatura interna del corpo può essere influenzata da diversi fattori, come la febbre o il raffreddore, l’assunzione di alcuni farmaci o alcune infezioni vaginali.

Per calcolare l’ovulazione e quindi i giorni più fertili si possono adoperare anche degli stick, simili ai test di gravidanza. Come in questo caso, devono essere bagnati con l’urina, che contiene l’ormone luteinizzante (LH). Il suo livello aumenta di parecchio 24-48 ore prima dell’ovulazione. Anche se lo stick è positivo non è detto che l’ovulazione si verificherà di certo, soprattutto ad una certa età.

L’attendibilità di questi test è abbastanza elevata. Si possono usare 3-4 giorni prima di quando si presume avverrà l’ovulazione. Bisogna usare le urine del mattino, che sono più concentrate.
Calcolare l’ovulazione dopo un aborto spontaneo o l’interruzione delle pillola anticoncezionale non è una faccenda molto diversa. In un paio di settimane, in entrambi i casi, l’attività ovulatoria torna alla normalità.