Il fabbisogno aumenta per tanti motivi, dai crampi alla stipsi.

L’idratazione è importante per tutte le principali funzioni vitali della mamma e del bambino 

L’acqua è davvero indispensabile per il benessere ogni giorno e in ogni circostanza. In gravidanza però gioca un ruolo ancora più importante, ma non perché sia necessario “bere per due”, ma perché i fisiologici cambiamenti del corpo della futura mamma richiedono di una corretta idratazione. Vediamo i motivi.

L’acqua viene utilizzata per tutte le principali funzioni vitali: serve per digerire, assorbire e trasportare le sostanze nutrienti, per la formazione delle cellule, dei tessuti e degli organi, per mantenere in equilibrio la temperatura corporea e per respirare.

Oltre a tutto questo, è necessaria per eliminare le tossine e le scorie prodotte dal corpo, a far funzionare a dovere non solo i reni ma tutti gli organi, a mantenere la pelle ben idratata e tonica.
Per capire perché si deve bere molto basta questo dato: ogni giorno una persona adulta “perde” circa tre litri di acqua. Mezzo litro viene utilizzato per respirare, un litro evapora attraverso la pelle, 200 ml sono eliminati con le feci, un litro e mezzo viene espulso in media con l’urina. In casi particolari, ad esempio se fa molto caldo oppure se si hanno diarrea o vomito, la perdita potrebbe essere ancora maggiore.

Anche in gravidanza il fabbisogno di liquidi aumenta e non dovrebbe essere al di sotto dei 2 litri al giorno. Oltre a favorire la produzione della giusta quantità di liquido amniotico per il feto, le ragioni sono diverse. La prima è quella che, durante la gestazione, è più facile incorrere in problemi alle vie urinarie, come cistiti e infiammazioni varie. Bere molto consente di eliminare più facilmente i batteri responsabili di questi disturbi.

In secondo luogo, durante le 40 settimane, è facile soffrire di stitichezza. È buona regola accoppiare ai giusti integratori molta acqua, che è in grado di ammorbidire le feci e agevolare la loro eliminazione. In più, si possono ottenere benefici anche se si soffre di ritenzione idrica, che può portare a gonfiori (soprattutto delle gambe), ma anche alla cellulite (anche in questo caso, assumere integratori e molta acqua può essere una strategia vincente).

Bere poco può predisporre anche ai crampi muscolari, che possono presentarsi con maggior frequenza durante la notte. Questo avviene per lo più nel periodo estivo, ma non solo. Oltre al magnesio, ci si deve quindi ricordare l’assunzione di acqua.

Quale acqua scegliere in gravidanza? Possibilmente deve essere oligominerale e naturale. Quella gassata può far gonfiare lo stomaco, anche se va detto che le bollicine alleviano la nausea a molte donne. In questo caso, va preferita un’acqua poco effervescente, che va bevuta a piccoli sorsi. Se si utilizza l’acqua del rubinetto meglio cercare di filtrarla.

Le acque minerali sono diverse tra loro per il cosiddetto “residuo fisso”, che indica la concentrazione di minerali e che per legge è riportato sulle etichette. In base alla quantità di residuo, si distinguono acque:

– poco mineralizzate: hanno un residuo minore di 50 mg di sali per litro. Sono particolarmente indicate per i neonati.
– oligominerali: residuo tra 50 e 500 mg per litro. Aiutano i reni e sono adatte all’uso quotidiano.
– minerali: residuo tra 500 e 1.500 mg. Vanno alternate alle oligominerali.
– fortemente mineralizzate: residuo superiore a 1.500 mg per litro. Vanno consigliate dal medico solo in casi particolari.

Bere troppo non sovraccarica i reni? È una falsa credenza. Al contrario, più si beve, meglio lavorano e l’urina è più diluita. Inoltre, facendo più spesso pipì, si evitano ristagni nella vescica, che non fanno bene. Va ricordato infine che idratarsi non significa solo bere: buona parte dell’acqua che si ingerisce proviene dagli alimenti che si mangiano. Ovviamente alcuni ne contengono di più (come la frutta e la verdura) e sono quelli che vanno prediletti soprattutto in gravidanza.

Come si fa a capire se si beve abbastanza? Lo dicono il numero di volte che si va in bagno (anche se a fine gestazione questo può dipendere anche dal bambino che schiaccia la vescica) e l’esame delle urine. Se appaiono limpide e il peso specifico (cioè la densità) è basso, allora si è sulla buona strada. In caso contrario, bisogna aumentare la dose.