Si tramandano da mamma in mamma da decenni, ma sono infondati

Alcuni falsi miti rischiano di essere persino pericolosi

Come per la gravidanza, sono tantissimi i falsi miti che girano attorno ad un altro tema “caldissimo”, ovvero l’allattamento al seno. Spesso sono vecchi di decenni e si tramandano da mamma in mamma attraverso il tempo e le generazioni. Alcuni sono talmente radicati nella nostra cultura che fanno fatica ad essere eliminati, nonostante ci siano moltissime pubblicazioni scientifiche che dimostrano la loro infondatezza. Vediamo dunque i 10 luoghi comuni sull’allattamento più frequenti e spieghiamo perché invece non vanno presi sul serio.

La birra fa latte

Tra i luoghi comuni sull’allattamento più diffusi questo è sicuramente uno dei principali. La credenza che bere la birra aumenti la produzione di latte materno è ancora molto frequente, ma si tratta di una diceria. Che ha anche un risvolto pericoloso: il latte è un emoderivato, ciò significa che quello che è contenuto nel sangue arriva al latte e, di conseguenza, al bambino che viene allattato. Le sostanze che finiscono nel latte sono fumo, alcol e droghe, che per ovvi motivi sono quelle che andrebbero evitate in modo assoluto quando si allatta. A parte questo, non esiste alcuna evidenza scientifica che la birra aumenti la produzione di latte.

Dopo 6 mesi il latte diventa acqua

Sono ancora molte le mamme che pensano che, dopo aver allattato per un certo periodo di tempo, il loro latte diventi meno nutriente, in pratica solo “acqua da bere”. Niente di più sbagliato. Se c’è una cosa meravigliosa del latte materno è la sua capacità di modificarsi in modo da calibrarsi sulle esigenze nutrizionali del bambino. Ma di certo non diventa più povero di sostanze nutritive col passare del tempo, nemmeno intorno ai 6 mesi, quando tradizionalmente inizia lo svezzamento.

Allattando un po’ di dolore è normale

Falsissimo. Se una donna sente dolore mentre allatta vuol dire che c’è qualcosa che non va. Nella maggior parte dei casi, il problema sta all’attacco del bambino: la bocca deve essere completamente aperta e contenere tutto il capezzolo, mentre il labbro inferiore deve essere rivolto verso l’esterno. Oppure può essere necessario cambiare posizione. Le ragadi al seno sono causa di dolore anche intenso (per prevenirle può essere utile un integratore di collagene) e anche la candida. Quando l’allattamento è doloroso è opportuno chiedere consiglio al pediatra, all’ostetrica o ad una consulente per l’allattamento.

Chi ha un seno piccolo ha poco latte

Anche questo rientra tra i luoghi comuni sull’allattamento. La produzione del latte non dipende assolutamente dalla dimensione, dalla forma o dal volume del seno della mamma. Chi ce l’ha più grande ha solo una maggiore quantità di tessuto adiposo e connettivo, ma non per questo produce più latte. E anche chi non aumenta di molte taglie durante la gravidanza potrà avere una buona produzione.

Allattare fa perdere i capelli

Non è esattamente così. Tutte le donne che partoriscono assistono ad una caduta più o meno copiosa di capelli. È colpa degli ormoni: dopo il parto crolla il livello di estrogeni che sono responsabili della fase anagen dei capelli, cioè quella in cui crescono. Ecco dunque spiegato perché cadono, ma a prescindere dall’allattamento. Vero è però che la prolattina, prodotta dal corpo in grande quantità quando si allatta, facilita ulteriormente la caduta. Si tratta comunque di un fenomeno passeggero, destinato a risolversi in qualche mese. Se si vuole in qualche modo correre ai ripari si può prendere un integratore di cheratina, una proteina che si trova naturalmente nel capello e lo rende forte e lucente.

Non si può fare sport quando si allatta

Eccola qua un’altra “bufala” legata all’allattamento al seno. Secondo alcune donne – probabilmente (mal) consigliate da madri e zie – non si dovrebbe fare attività fisica quando si allatta. Il motivo? Il latte diventerebbe brutto a causa dell’acido lattico. Questa sostanza va a finire nei muscoli, ma di certo non nel latte materno. Un po’ di sport invece è importantissimo per tanti motivi: ad esempio, aiuta a tornare in forma dopo la gravidanza o a scaricare le tensioni che, inevitabilmente, si creano con un neonato.

Allattare rovina il seno 

Questo è uno dei luoghi comuni sull’allattamento che più preoccupa le mamme, che temono di trovarsi con seni cadenti e svuotati. È vero semmai il contrario. L’azione continua di svuotamento e riempimento del seno può essere una specie di “ginnastica” naturale che migliora tono ed elasticità delle mammelle. Bisogna inoltre aggiungere che, oltre ad un fatto puramente estetico, diversi studi scientifici hanno dimostrato che allattare protegge dal tumore al seno e all’ovaio.

Un neonato può mangiare troppo durante una poppata 

Secondo questa “teoria” il rigurgito sarebbe colpa di un pasto troppo abbondante, mentre invece nella stragrande maggioranza dei casi è solo il cardias (la piccola valvola tra stomaco ed esofago) che non funziona a dovere. I piccoli imparano molto presto ad autoregolarsi e, anche se sono nati da poco, conoscono il senso di sazietà. Il loro stomaco è piccolissimo, quindi basta poco a riempirlo. Ma pensare che mangino eccessivamente quando sono allattati è solo un falso mito.

Quando si allatta non si può rimanere incinta

E invece i bambini nati proprio sull’onda di questa convinzione sono moltissimi! L’allattamento non può essere considerato un anticoncezionale. Non è detto infatti che non ci sia ovulazione, che non viene sempre inibita dall’allattamento. Pensare di essere sicure perché si allatta è assolutamente sbagliato. Esistono diversi metodi che si possono utilizzare se non si desidera un’altra gravidanza: profilattico, spirale, pillola (ci sono quelle compatibili con l’allattamento). Basta solo parlarne al ginecologo e trovare quello più adatto alle proprie esigenze.

Chi ha un parto cesareo non può allattare

E perché mai? Il cesareo non costituisce affatto un problema per l’allattamento al seno. L’unica differenza che può esserci riguarda il momento in cui si inizia ad allattare. In genere, chi partorisce naturalmente attacca il proprio bambino praticamente subito, dopo i controlli di pediatra, talvolta anche prima. La mamma che fa il cesareo invece deve aspettare i tempi “tecnici” dell’intervento, quindi la sutura della ferita oppure il risveglio nel caso in cui si faccia un’anestesia generale (ormai si fa quasi sempre la spinale, quindi il recupero è più veloce). Ma per il resto nulla vieta di allattare anche dopo un cesareo. Bisognerà solo prestare un pizzico di attenzione in più a dove si poggia il neonato, per evitare di farsi male con la ferita fresca.