Alcuni ginecologi lo vietano, altri invece lo consentono.

Il pericolo non è la toxoplasmosi, ma molti altri microrganismi che possono provocare disturbi

Tra i tanti dubbi che hanno le mamme in dolce attesa c’è quello del sushi. Quelle che non lo apprezzano non si pongono neppure il problema se si possa mangiare o meno, ma le amanti del pesce crudo (e sono tantissime) se lo chiedono eccome. Insomma, sushi in gravidanza sì o no?

Chiariamo subito una cosa: il sushi non c’entra niente con la toxoplasmosi. Questa infezione è provocata da un batterio (il toxoplasma gondii) che con il pesce crudo non ha nulla a che fare. Eppure, sono molte le donne che pensano che l’abitudine al cibo giapponese per eccellenza possa trasmettere la famigerata “toxo”. Ma è un errore.

I rischi del sushi sono altri e non sono legati in modo esclusivo alla gravidanza, ma possono riguardare chiunque lo mangi. C’è però da dire che, durante la gestazione, il sistema immunitario della donna è più vulnerabile e quindi può essere più facile avere qualche disturbo.

Il pericolo del sushi sta nel fatto che il pesce e i frutti di mare sono crudi e in agguato possono esserci diversi microrganismi che possono provocare disturbi gastrointestinali importanti: salmonella, norovirus, virus dell’epatite A, listeria monocytogenes, campylobacter, escherichia coli, anisakys. Quest’ultimo è piuttosto insidioso: nei casi più gravi è necessario anche un intervento chirurgico.

Tutti questi parassiti causano problemi più o meno fastidiosi: dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, talvolta accompagnati da febbre, mal di testa e malessere generale. Se non vengono trattati a dovere, c’è il rischio di disidratazione, una condizione che in gravidanza non va assolutamente trascurata, per il bene di mamma e bambino.

Che fare, dunque? Niente sushi in gravidanza? La risposta dipende dal proprio ginecologo e dal buonsenso. Alcuni medici non lo vietano, purché si sia certe che il pesce sia trattato in maniera corretta (e ora vediamo in che modo) e purché non si esageri, altri che invece consigliano di soprassedere fino al parto per non rischiare una tossinfezione alimentare che può non essere una passeggiata.

La regola principale per evitare guai col sushi è quella di essere sicuri della provenienza del pesce e del suo trattamento. Prima di essere consumato, infatti, il pesce deve essere abbattuto ad una temperatura molto bassa, almeno -20°C per 24 ore. Se si utilizza il freezer di casa, che non arriva a questo freddo, si devono aspettare 96 ore. Questo tipo di trattamento è più difficile per molluschi e frutti di mare: il consiglio è quello di mangiarli cotti.
Un altro suggerimento è quello di evitare pesci molto grossi, che contengono grandi quantità di mercurio, ad esempio il pesce spada e il tonno. Per lo stesso motivo, il loro consumo in gravidanza e non solo andrebbe limitato. Vale anche per i bambini.

E se desidera sushi al ristorante? Bisogna cercare di recarsi in locali sicuri e conosciuti, dove si può stare sicure che vengano seguite tutte le principali regole di igiene. La legge impone a chi somministra pesce crudo di scegliere prodotti congelati che quindi non dovrebbero creare problemi. Qualche dubbio potrebbe venire nei ristoranti con prezzi particolarmente bassi: in quel caso e quando non si è proprio tranquille, meglio ordinare piatti a base di pesce cotto.