Se si è fatta richiesta, va usato entro il 31 dicembre

Questa misura non va confusa con quella per l’asilo nido

La notizia era passata un po’ in secondo piano, ma ora è emersa in maniera chiara. Il Bonus baby sitter non è stato rinnovato per il 2019. Lo ha detto a chiare lettere l’Inps, l’ente previdenziale che, di fatto, ha erogato fino allo scorso anno il contributo di 600 euro per 6 mesi. Era destinato alle mamme lavoratrici che rinunciavano al congedo parentale, ma ora non esiste più. Di conseguenza, l’Inps ha sottolineato con una nota che, dal primo gennaio, non è più possibile richiederlo.

Cos’è il Bonus baby sitter

Chiamarlo Bonus baby sitter non è del tutto corretto. Questa misura consisteva nell’erogazione di un voucher, una sorta di buono, da utilizzare per l’acquisto di servizi di baby sitting. In alternativa, poteva essere usato per pagare le rette di nidi e asili pubblici o privati accreditati per un massimo di 6 mesi.

Il Bonus baby sitter è stato introdotto in via sperimentale per il biennio 2013-15, poi è stato prorogato. Fino alla fine dello scorso anno. Alla fine della maternità obbligatoria ed entro gli 11 mesi successivi, la mamma (lavoratrice dipendente pubblica o privata o autonoma) aveva la possibilità di richiedere il contributo, in alternativa al congedo parentale.

Perché è nato il Bonus baby sitter

Lo scopo di questa misura è abbastanza intuibile. Si trattava di un aiuto concreto alle donne per rientrare al lavoro evitando di dover prendere il congedo parentale. Forse i 6 mesi di validità non erano poi molti, ma in una nazione come l’Italia, che di certo non brilla per sostegni alla maternità, era pur sempre qualcosa.

Fino a quando vale il Bonus baby sitter

Nel 2017 le cose in materia di lavoro sono cambiate. Nel nostro Paese sono stati aboliti i voucher, che possiamo considerare come dei ticket per occupazioni saltuarie, occasionali. Dopo questa modifica, l’acquisto di servizi di baby sitting è stato erogato attraverso il cosiddetto Libretto Famiglia, un sistema telematico introdotto per sostituire i voucher.

Chi lo ha già chiesto lo scorso anno, dovrà usarlo entro il 31 dicembre 2019.

Abolizione del Bonus baby sitter

In occasione dell’approvazione della legge di stabilità, alla fine di dello scorso anno, non se n’era sentito parlare molto. Abbiamo ascoltato dibattiti e diatribe sul Bonus bebè, su quello Mamma domani o su quello per l’asilo nido. Ma il Bonus Baby sitter era passato in secondo piano. Fino ai primissimi giorni di aprile, quando l’Inps ha messo nero su bianco che questa misura non esiste più e che dunque è assolutamente inutile presentare la domanda.

Immediate sono partite le critiche al governo da parte dell’opposizione. La maggioranza invece ha sottolineato che il Bonus baby sitter è stato cancellato perché le richieste erano davvero poche. Pare che solo 10.000 famiglie lo abbiano richiesto e, di conseguenza, le risorse stanziate verranno destinate ad altro.

Bonus baby sitter e Bonus asilo nido

Bisogno fare una distinzione perché, nelle ore in cui si è dibattuto sull’abolizione della misura, si è fatta un po’ di confusione. Effettivamente il contributo per la baby sitter poteva essere chiesto anche per far fronte a spese scolastiche. Ma il Bonus asilo nido è un’altra cosa. E non è stato toccato dal governo. Anzi: l’importo è stato anche aumentato, passando da 1.000 a 1.500 euro.

Il Bonus asilo nido è rivolto a tutti i bambini nati o adottati a partire dal 1° gennaio 2016. Viene erogato, fino al compimento del terzo anno d’età, quando i piccoli vengono iscritti ad un nido, pubblico, privato o parificato. Possono anche richiederlo i genitori di bimbi che soffrono di patologie croniche a causa delle quali non possono andare a scuola. In dettaglio ne abbiamo parlato QUI.

Quali sono le agevolazioni per la famiglia

Oltre alla normale astensione obbligatoria per la mamma (ora è possibile farla partire praticamente a ridosso del parto, andando in maternità al nono mese), ci sono diverse opportunità per i genitori:

  • Bonus mamme domani: è il cosiddetto “premio alla nascita” di 800 euro, dato a tutti senza limiti di reddito.
  • Bonus bebè: assegno di vario importo (da 80 a 160 euro) che viene erogato mensilmente a chi ha un Isee non superiore a 25.000 euro. Maggiorazione del 20% dal secondo figlio.
  • Terreni alle famiglie numerose: se si hanno 3 o più figli vengono concessi terreni agricoli e mutui agevolati per costruire la prima casa.
  • Carta famiglia.

Tra le novità ci sono anche più giorni di congedo per il papà al momento della nascita (passano da 4 a 5) e agevolazioni per l’acquisto dei seggiolini anti abbandono. Diventeranno obbligatori dal primo luglio. Inoltre, il governo starebbe lavorando a un nuovo “pacchetto famiglia” con altre forme di sostegno. Vedremo nei prossimi mesi.