In gravidanza e allattamento va aumentata la dose quotidiana

Il cibo da solo non basta a garantirsi il giusto apporto di questa sostanza fondamentale per la tiroide

Lo iodio è un componente importante per la nostra salute, eppure non se ne sente parlare molto. E questo è un errore perché lo iodio e le sue proprietà andrebbero conosciuti meglio, soprattutto in alcuni periodi particolari della vita, come ad esempio la gravidanza o la primissima infanzia. Allora andiamo alla scoperta dello iodio e delle sue caratteristiche, cercando anche di comprendere perché non va trascurato.

Cos’è lo iodio

Lo iodio è un elemento disponibile nell’ambiente in diverse forme chimiche. Ad esempio, lo si trova nelle rocce e nel suolo e, per azione degli eventi atmosferici e dell’erosione, arriva sino alle acque del mare e degli oceani. Ecco perché le aree marine sono quelle più ricche di iodio, mentre nell’entroterra ce n’è molto di meno e le popolazioni sono più a rischio di avere una carenza di iodio.

Lo iodio del mare evapora e, con le piogge, torna sulla superficie terrestre, creando un circolo continuo e costante. Inoltre, lo iodio contenuto nel mare si accumula nelle alghe, nei pesci e nei crostacei, mentre quello nei terreni viene assorbito dalle piante.

Non è vero però che basta respirare aria di mare per garantirsi lo iodio necessario: è una quantità veramente trascurabile.

Iodio e tiroide

Lo iodio è presente nell’organismo umano in piccole quantità (15-20 microgrammi) ed è concentrato nella tiroide, una ghiandola che si trova alla base del collo e che è responsabile di molti processi endocrini. La tiroide produce gli ormoni tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), che contengono iodio. Questi ormoni sono coinvolti in moltissimi processi metabolici nella maggior parte delle cellule e nello sviluppo di diversi organi, in particolare il cervello.

Quando la tiroide non funziona a dovere (perché lavora eccessivamente o troppo poco), bisogna regolare meglio la produzione degli ormoni ed è quindi possibile che venga prescritto un farmaco che aiuta la tiroide a funzionare a dovere.

Carenza di iodio

Se si assume poco iodio, la tiroide non funziona più come dovrebbe e produce una scarsa quantità di ormoni tiroidei. Possono dunque presentarsi dei disturbi da carenza iodica, che variano per sintomatologia e gravità.

Il disturbo più comune collegato alla carenza di iodio è il gozzo, una malattia che comporta l’ingrossamento della tiroide. Fino a qualche tempo fa, il gozzo era endemico in Italia nelle zone più lontane dal mare. Il che significa che ne soffrivano praticamente tutti. Le conoscenze più approfondire sullo iodio e soprattutto l’introduzione a tavola del sale iodato hanno fatto sì che il gozzo ormai sia più raro, anche se ancora 6 milioni di italiani ne sono effetti.

Nei casi più gravi, la carenza di iodio può provocare danni anche al sistema nervoso.

Iodio in gravidanza e allattamento

In alcune fasi della vita, l’apporto di iodio deve essere garantito all’organismo. Questo vale ad esempio per la gravidanza e l’allattamento. Anche ai bambini al di sotto dei 3 anni devono ricevere adeguate quantità. La grave carenza di questa sostanza al feto e poi al neonato può essere causa di danni irreversibili al cervello e al sistema nervoso centrale. La conseguenza, dunque, può essere quella di un ritardo mentale.

Quanto iodio assumere

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il fabbisogno quotiamo per un adulto è di 150 microgrammi. Nel caso di neonati, bambini e donne in gravidanza l’introito deve essere aumentato fino a 200-250 mg. Per fare un esempio: in 100 gr di crostacei è presente una quantità di iodio pari a 300 mg, mentre in 100 gr di pesce di mare la media è di 80 mg.

Alimenti ricchi di iodio

La maggior parte dello iodio che introduciamo deriva dalla nostra alimentazione. La quantità di iodio assunta dipende dal cibo che mangiamo, ma da alcuni studi scientifici emerge che l’alimentazione da sola non consente di avere un apporto sufficiente di iodio.

La ricchezza di iodio nei vegetali dipende da quanto ne è ricco il terreno in cui sono coltivati, mentre per gli alimenti di origine animale deriva dallo iodio assunto dagli animali con l’alimentazione.

Cibi ricchi sono i pesci (merluzzo, salmone, branzino, sgombro, alici, calamari, polpi) e i crostacei in primis, insieme a uova, latte e carne. In quantità inferiori, lo iodio è presente nei vegetali, nella frutta (soprattutto mirtilli), nel frumento e nei cereali.

Attenzione perché alcuni cibi possono contrastare l’attività dello iodio, ma solo se vengono consumati in eccesso: tra questi gli spinaci, i cavoli e le mandorle. Un apporto normale invece non causa nessun problema.

Iodio e sale

Come detto, l’apporto di iodio con la sola alimentazione non è sufficiente. Una soluzione è il sale iodato, cioè il classico sale da cucina arricchito di sali di iodio. Il sapore e la sapidità non cambiano, ma i benefici per la salute sono innegabili. Per evitare che lo iodio si disperda, il sale iodato va conservato in un luogo fresco, al riparo dalla luce e dall’umidità.

Ogni grammo di sale iodato fornisce 30 mg di iodio in più. Nel caso di un individuo adulto, ciò significa un quinto della quantità di iodio da raggiungere quotidianamente. Anche se si decide di utilizzare sale iodato, non si deve mai esagerare: i danni provocati dal sale sono molteplici. Il sale iodato può essere consumato da chiunque a qualunque età.

Iodio e integratori

Da quando il sale iodato è stato introdotto sul mercato non è più necessario ricorrere a integratori che contengano solo questa sostanza. È pure vero però che chi sa di consumare poco pesce o non utilizza sale iodato oppure le donne in gravidanza o in allattamento è meglio che si affidino ad integratori con iodio per garantire il massimo della salute.