La quantità quotidiana concessa è 5 grammi, cioè un cucchiaino

Col pancione i rischi sono la gestosi e la ritenzione idrica

L’Italia si conferma uno dei Paesi in cui si consuma più sale, cosa che di certo non giova a cuore e vasi sanguigni. I nostri consumi sono bel al di sopra di quelli raccomandati dalle istituzioni sanitarie, che da anni stanno mettendo in campo tutte le risorse disponibili per invertire questa tendenza. Anche il sale in gravidanza va drasticamente ridotto per tutta una serie di motivi che ora vedremo. Impossibile? No, possibile invece. Basta solo trovare delle valide alternative e fare attenzione ad alcuni cibi, anche “insospettabili”.

Quanto sale assumere

L’Organizzazione mondiale della sanità lo predica da tempo: la quantità massima di sale che si dovrebbe consumare ogni giorno è di 5 grammi. Corrispondono ad un cucchiaino da caffè. A ben pensarci, non è molto. Secondo alcune stime, in Italia il consumo è doppio: in media, quotidianamente si assumono 10 grammi di sale.

Ecco le quantità giuste: da 1 ai 3 anni di età al massimo 2.2 grammi al giorno; dai 4 ai 6 anni non più di 3 grammi al giorno; dai 7 ai 10 anni la quantità raccomandata è al massimo 3,7 grammi al giorno; dai 10 anni in su non più di 5 grammi al giorno; dai 60 anni è bene non superare i 4 grammi al giorno.

Il problema fondamentale non sta nel sale che si aggiunge agli alimenti quando si prepara da mangiare perché quello si può in qualche modo controllare. Il guaio sono i cibi che ne contengono: formaggi, salumi, dadi da brodo, maionese e altre salse, pane e altri prodotti da forno come le merendine, alimenti confezionati (come il tonno o la carne in scatola) e molti altri. Di fatto, siamo “circondati” da prodotti molto salati e questo va tenuto in considerazione, soprattutto se parliamo di sale in gravidanza. È dunque molto importante leggere bene le etichette di ciò che si acquista al supermercato.

I rischi di un eccesso di sale

Il sale ha diversi effetti negativi soprattutto sul cuore. Tende ad alzare la pressione arteriosa, con un conseguente rischio di eventi cardio-cerebrovascolari come l’infarto o l’ictus. Sono stati però anche accertati collegamenti con altre patologie, come l’osteoporosi, problemi a carico dell’apparato digerente (in particolare tumori allo stomaco o gastriti provocati dal batterio helicobacter pylori) e malattie renali. Il sale infatti provoca un affaticamento dei reni che può avere conseguenze rilevanti.

Secondo gli studi scientifici, dimezzare l’assunzione di sale da 10 a 5 grammi al giorno può ridurre del 23% il rischio di ictus e del 17% quello di malattie cardiache.

Troppo sale in gravidanza

In primo luogo, l’apporto di sale in gravidanza andrebbe ridotto per tenere alla larga il pericolo di gestosi, una complicanza molto seria che può comportare problemi anche gravi alla mamma e al bambino. La gestosi (o preeclampsia) è caratterizzata da pressione alta e da presenza di proteine nelle urine. Il sale è responsabile di un aumento della pressione arteriosa, quindi è chiaro che chi soffre di gestosi o presenta uno o più fattori di rischio deve assolutamente ridurre le quantità di sale nella dieta. Qualora la pressione fosse troppo alta, il ginecologo potrebbe toglierlo completamente.

Un eccesso di sale in gravidanza può poi essere complice della ritenzione idrica, che spesso accompagna le donne col pancione. Come si riconosce? Soprattutto con gonfiore alle gambe e ai piedi che provoca una sensazione di pesantezza e a volte anche di dolore. Inoltre, può anche comparire la cellulite, causata dall’accumulo di liquidi tra le cellule. Non è raro soffrirne in gravidanza, anche se non si era mai avuta in precedenza.

Cibi salati e nausea

In generale, sembra che le donne incinte che soffrono di nausea – in particolare nel primo trimestre – trovano giovamento più dagli alimenti salati che non da quelli dolci. È ovvio che questa non è una regola fissa perché è una cosa molto soggettiva che varia da persona a persona. Però pare ci sia una preferenza per il salato, tanto che tra i consigli che vengono dispensati per contrastare la nausea c’è quello di tenere un pacchetto di cracker o qualcosa di simile a portata di mano nel caso in cui si presenti il disturbo.

Se si appartiene alla categorie di donne che combatte la nausea con il salato, è opportuno cercare sempre di non esagerare e di tenere presente ciò che è scritto più sopra: i cibi confezionati contengono molto sale.

L’importanza del sale iodato

Lo iodio è un elemento molto importante per la salute dell’organismo (ne abbiamo parlato QUI). Se se ne assume poco, la tiroide ne risente. In gravidanza e nel periodo dell’allattamento la quantità quotidiana di iodio deve essere aumentata per far fronte alle diverse esigenze del corpo.

È buona norma utilizzare in cucina il sale iodato perché la sola alimentazione non garantisce un apporto sufficiente. Ogni grammo di sale iodato fornisce 30 mg di iodio in più. Il quantitativo massimo di sale è sempre quello dei 5 grammi al giorno. Utili anche gli integratori con iodio.

Come ridurre il sale in gravidanza

Come detto, più si diminuisce la quantità di sale in gravidanza meglio è per la propria salute. Ecco qualche suggerimento:

  • Preferire sempre gli alimenti freschi a quelli confezionati (compresi i sughi pronti).
  • Evitare prodotti con molto sale (esempio, dadi per brodo).
  • Scolare l’acqua di cibi in scatola prima del consumo e sciacquarli (ad esempio, mais, piselli, fagioli, lenticchie etc.).
  • Leggere bene le etichette: oltre ad esserci scritto semplicemente “sale”, possono comparire altre diciture, come sodio (o NA), cloruro di sodio, fosfato monopodico, glutammato di sodio, citrato di sodio.
  • Scegliere alimenti a basso contenuto di sale.
  • Per condire utilizzare spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto.
  • Non portare a tavola sale o salse salate: possono costituire una tentazione di aggiungerle ai cibi anche se in realtà non occorre, soprattutto tra i più giovani.
  • Ridurre il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (esempi: snack salati, patatine in sacchetto, cibi in scatola, formaggi molto salati, alcuni salumi).
  • Leggere bene le etichette dell’acqua minerale: il sale è presente anche lì.
  • Salare sempre a fine cottura.
  • Evitare di aggiungere sale nelle pappe dei bambini almeno per il primo anno di età: non conoscendo il gusto salato, non si accorgeranno della differenza.
  • Assumere integratori contro la ritenzione idrica: i migliori sono perfetti anche in gravidanza e allattamento perché i componenti sono naturali e scelti con attenzione per far fronte anche alle esigenze delle mamme col pancione.