È allarme diabete in gravidanza: aumentano i casi e si modificano i risultati della curva da carico di glucosio. Il dato emerge da una ricerca presentata dai giovani ricercatori della Società italiana di diabetologia (Sid) al 56° congresso annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd). Sono infatti sempre più numerose le donne che presentano diabete durante la gravidanza (il cosiddetto diabete gestazionale), che è una conseguenza dell’aumento dell’obesità, anche in età riproduttiva, e della prevalenza del diabete tipo 2.

Cos’è il diabete gestazionale

Il diabete mellito che compare per la prima volta durante la gravidanza si definisce diabete gestazionale. La sua incidenza varia dal 3 al 10% di tutte le gravidanze, a seconda delle razze e delle etnie interessate: nei Paesi occidentali si attesta intorno al 6-7%. Interessa maggiormente le donne con età superiore ai 35 anni, soprattutto se hanno già una condizione di forte sovrappeso oppure obesità prima di rimanere incinte.

Quali sono i sintomi del diabete gestazionale

A volte questa complicanza della gravidanza si presenta in maniera asintomatica e viene scoperta durante esami di routine, come la misurazione della glicemia, oppure se il ginecologo prescrive la curva da carico di glucosio. Non rientra tra i test obbligatori, ma è fortemente raccomandata proprio per la diagnosi di diabete gestazionale. In altri casi, i sintomi della patologia possono essere:

  • Aumento della sete o del bisogno di urinare.
  • Infezioni frequenti (ad esempio la cistite in gravidanza).
  • Offuscamento della vista.
  • Aumento della fame.
  • Perdita di peso.
  • Stanchezza.
  • Nausea e vomito.

Non è detto che tutti questi sintomi si presentino insieme, potrebbe essercene anche solo qualcuno.

Rischi del diabete gestazionale

La variazione del metabolismo del glucosio in una donna incinta può avere delle ripercussioni sia sulla futura mamma che sul feto. Vediamo quali sono i rischi materni:

  • Aumento della quantità di liquido amniotico (polidramnios).
  • Parto pretermine.
  • Parto cesareo.
  • Ipertensione arteriosa.
  • Eclampsia.

Tra i rischi fetali ricordiamo:

  • Macrosomia (peso alla nascita maggiore di 4-4,5 chili).
  • Distocia della spalla.
  • Ipoglicemia neonatale.
  • Ittero.
  • Ipocalcemia (basso livello di calcio).
  • Policitemia (aumento del volume dei globuli rossi).
  • Distress respiratorio.

Considerato questo elenco è facile capire che è necessario tenere il diabete assolutamente a bada, con la dieta corretta (no agli zuccheri, sì agli alimenti integrali, ai vegetali, ai pasti piccoli e frequenti), una buona attività fisica, controlli periodici dal ginecologo e, quando serve, dal diabetologo o dall’endocrinologo.

Diabete e curva da carico di glucosio

Uno dei test più importanti per la diagnosi di diabete gestazionale è senza dubbio la curva da carico di glucosio, comunemente chiamata curva glicemica. Consiste nella misurazione della glicemia a digiuno e poi dopo 60 e 120 minuti dall’assunzione di 75 gr di glucosio. Lo zucchero viene proposto sotto forma di bevanda.

La curva da carico di glucosio non è obbligatoria, ma viene quasi sempre prescritta dal medico. In genere, viene fatta tra la 24esima e la 28esima settimana di gravidanza. Se però ci sono dei fattori di rischio per l’insorgenza della malattia (obesità, precedente diabete gestazionale, età superiore ai 35 anni etc.), può essere anticipata tra la 14esima e la 18esima settimana.    

Se la glicemia a digiuno è nel range, sono considerati normali questi valori:

  • a 0 minuti: 92 mg/dL;
  • a 60 minuti: fino a 180 mg/dL;
  • a 120 minuti: fino a 153 mg/dL.

Diabete gestazionale, lo studio della Sid

“Le caratteristiche metaboliche delle gestanti – dice Sara Parrettini della Struttura Complessa di Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Azienda Ospedaliera di Perugia – negli ultimi anni si stanno modificando. Aumentano le donne con insulino-resistenza e i risultati della curva da carico glucidico sono diversi da quelli delle donne che sviluppavano diabete in gravidanza fino a qualche anno fa”.

I ricercatori umbri hanno studiato le caratteristiche metaboliche delle madri, gli esiti materno-neonatali e la salute delle donne dopo il parto di oltre 600 pazienti con diabete gestazionale seguite dal Servizio di Diabete e Gravidanza dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. In particolare sono state confrontate le caratteristiche metaboliche prima della gravidanza, i valori delle curve da carico glicemico diagnostiche, i fabbisogni di terapia nutrizionale ed insulinica, gli esiti del parto nella madre e nel neonato e la tolleranza glucidica delle donne con diagnosi di diabete gestazionale trattate nel triennio 2013-2015, rispetto a quelle gestite nel periodo 2016-2018, al follow up dopo il parto.

Le conclusioni della ricerca

“Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2018 – afferma la dottoressa Parrettini – abbiamo osservato un aumento significativo di curve glicemiche con valore basale (al tempo 0′) diagnostico rispetto al passato, un aumento dei valori glicemici medi basali ed una riduzione di quelli a 60′ e 120′ dal carico glicemico, senza differenze sostanziali in termini di età, indice di massa corporea pre-gestazionale o incremento ponderale gravidico. Nel secondo periodo è emersa anche una maggiore aderenza al follow up post-partum con curva da carico di glucosio rispetto all’epoca precedente, con un incremento dei valori glicemici medi della curva per alterata tolleranza glucidica, anche se i dati non raggiungono la significatività statistica”.

Dal confronto dei due periodi (2013-2015 vs 2016-2018) è emersa una progressiva inversione della curva glicemica con valori diagnostici principalmente a digiuno, indicatore del cambiamento delle caratteristiche metaboliche delle donne nel corso degli anni e di un quadro di più elevata insulino-resistenza, che rende le donne con diabete gravidico sempre più simili a quelle con diabete di tipo 2.

La buona notizia, è che non è emerso un aumento delle complicanze materne o neonatali (peso e percentile nei neonati alla nascita, macrosomia, sindrome da distress respiratorio, malformazioni maggiori), ad eccezione di un lieve incremento delle ipoglicemie neonatali transitorie alla prima ora. Merito questo di una maggior attenzione alla gestione della patologia diabetica in gravidanza.

“È necessario gestire in maniera personalizzata la gravidanza complicata dal diabete gestazionale – conclude Parrettini – per raggiungere esiti neonatali sovrapponibili a quelli di una gravidanza fisiologica e predisporre strategie di protezione per la salute futura, mirate a ridurre il rischio di progressione verso qualsiasi forma di iperglicemia post-gravidanza”. “Il diabete gestazionale è in aumento e diventa un problema sempre più importante – commenta Agostino Consoli, presidente eletto SID -. Per fortuna in molti dei nostri Servizi di Diabetologia esistono ambulatori dedicati a questa condizione, che si avvalgono della collaborazione di diabetologi, ginecologi e neonatologi”.