Non è un esame obbligatorio, ma fortemente consigliato

I consigli per affrontarla senza timore di sentirsi male

La curva da carico di glucosio è un esame non obbligatorio, ma fortemente consigliato alle donne in gravidanza. A meno che non ci siano indicazioni diverse da parte del ginecologo, si fa tra il secondo e il terzo trimestre e serve a diagnosticare il diabete gestazionale in modo da poter eventualmente correre ai ripari. 

Spesso le future mamme sono un po’ preoccupate da questo test e capita di leggere racconti che fanno “spaventare”. Ad alcune bere il glucosio comporta vari fastidi, come nausea o sensazione di svenire. Ma certamente non è una “regola” valida per tutte. 

Curva da carico di glucosio: perché si fa

Come accennato, lo scopo della curva è la diagnosi quanto più precoce possibile del diabete gestazionale, una complicanza della gravidanza che può essere pericolosa per mamma e bambino. In Italia, circa il 6-7% di coloro che sono incinte ha un problema di diabete gestazionale.

Le donne diabetiche vanno più spesso incontro al parto cesareo, rispetto al naturale perché è più alto il rischio di emorragie post partum. Tra gli altri pericoli materni ci sono la pressione alta, la gestosi o un eccesso di liquido amniotico. Anche il bambino corre dei rischi: macrosomia (feto molto grosso), distocia della spalla, ipoglicemia, ittero, ipocalcemia, sindrome da distress respiratorio, malformazioni cardiache. 

Curva da carico di glucosio: a chi è consigliata

Pur non essendo obbligatoria, la curva ormai viene prescritta praticamente a tutte le gestanti. In alcuni casi è particolarmente consigliata. Ad esempio, se la futura mamma è in forte sovrappeso o obesa oppure se, in precedenti gravidanze, ha sviluppato diabete gestazionale.  

Le linee guida raccomandano poi di eseguire la curva da carico di glucosio in alcuni casi:

  • età uguale o maggiore di 35 anni;
  • sovrappeso;
  • storia familiare di diabete;
  • macrosomia (cioè bimbo nato in una precedente gravidanza con un peso maggiore di 4 chili);
  • precedente diabete gestazionale (anche senza terapia insulinica).

Quando si fa la curva da carico di glucosio

I tempi per sottoporsi alla curva da carico di glucosio possono essere diversi a seconda dei vari fattori di rischio della gestante. Se prescritta come routine, si fa intorno a 24-28 settimane. Se però il semplice esame della glicemia risulta altamente alterato e/o ci sono forti segnali di rischio, i tempi si anticipano. A quel punto la curva viene fatta anche a 16-18 settimane. Se è normale, la donna viene invitata ad farne un’altra intorno alla 28esima settimana.

Come si esegue l’esame

Il test può essere fatto in ospedale o in qualsiasi laboratorio d’analisi. Per eseguirlo si deve essere a digiuno. Pungendo con un piccolo ago un dito della mano, viene misurata la glicemia (cosiddetta glicemia basale). Subito dopo vengono somministrati 75 grammi di glucosio da bere. Infine, si procede con tre prelievi di sangue: uno subito dopo aver bevuto il glucosio, un altro dopo un’ora e l’ultimo dopo due ore. 

Curva da carico di glucosio: i valori 

Se la glicemia a digiuno è a posto, sono considerati normali questi valori:

  • a 0 minuti: fino a 92 mg/dL;
  • a 60 minuti: fino a 180 mg/dL;
  • a 120 minuti: fino a 153 mg/dL.

Se la glicemia supera questi limiti verrà posta una diagnosi di diabete gestazionale. A seconda del livello di diabete potrà essere sufficiente qualche accortezza a tavola (ad esempio riducendo o limando gli zuccheri). Nei casi più seri servirà invece il sostegno di un diabetologo che affiancherà il ginecologo. Potrebbe essere necessaria la somministrazione di insulina.

Consigli utili per la curva da carico 

La curva da carico di glucosio spesso è molto temuta dalle donne incinta. Il più grande terrore è quello di non riuscire a trattenere il glucosio, arrivando a vomitare e quindi ad annullare l’esame. In realtà, è una cosa molto soggettiva: ci sono mamme a cui addirittura piace il gusto dolce del glucosio.

Il fatto di dover essere a digiuno di certo non è di grande aiuto. Un suggerimento è quello di bere il glucosio a piccoli sorsi. L’attesa per i prelievi è certo un po’ lunga e bisogna ingannarla, magari leggendo o ascoltando musica.

Solo dopo 15 minuti dall’assunzione del glucosio si possono bere piccole quantità di acqua. Un’idea è quella di portare con sé delle fettine di limone. Si può chiedere al personale sanitario se è possibile succhiarne un po’ dopo aver preso il glucosio per contrastare l’eventuale malessere.

Nelle 8 ore prima dell’esame non si deve mangiare. Nei giorni precedenti invece la dieta non deve subire particolari restrizioni e anzi deve contenere normali quantità di carboidrati (pane, pasta etc.). Altrimenti il risultato potrebbe essere falsato.